PALERMO – Prima la legionella, poi l’annuncio della riapertura prevista per oggi e adesso una nuova doccia gelata per i frequentatori della piscina comunale di Palermo. L’impianto di viale del Fante resterà ancora chiuso nonostante le rassicurazioni sulla riapertura.
Un problema a una pompa della vasca coperta ha causato il rinvio. Alle 12, invece, la piscina scoperta è stata finalmente riaperta perché l’acqua ha raggiunto la temperatura prevista dalle norme vigenti. Ad aggiustare il guasto alla pompa della vasca interna sarà una squadra inviata dall’Amg anche se bisogna ancora capire l’entità del problema che potrebbe essere stato causato dalla lunga inattività dell’impianto.
“Questa mattina è stato riscontrato il problema – ha dichiarato l’assessore allo Sport di Palermo Paolo Petralia -. Stiamo monitorando la situazione e speriamo di risolvere il problema il prima possibile“.
La piscina comunale di viale del Fante aveva chiuso quasi un mese fa per la presenza di batteri della legionella nell’acqua. “La normalità a Palermo non è di casa – lamenta il presidente della Waterpolo Palermo Antonio Coglitore -. Piscina comunale di nuovo in tilt, le pompe non funzionano e oggi nessuna riapertura. Il problema è emerso oggi evidentemente, del resto in un mese di chiusura verificare che tutto fosse a posto come avevano chiesto le società sportive, era un processo troppo complesso”.
“La notizia della chiusura della piscina olimpica di Palermo è l’ennesima dimostrazione della ‘visione di Palermo’ decantata dalla giunta Orlando – afferma Igor Gelarda, capogruppo della Lega al consiglio comunale -. È assurdo che negli ultimi mesi la piscina sia rimasta sempre chiusa. Una volta è colpa della legionella, una volta lo sciopero dei dipendenti, stavolta tocca alla pompa che non funziona. Una situazione intollerabile anche perché l’impianto ospita una squadra di pallanuoto, come il Telimar che sta scrivendo una storica pagina di sport e che si ritrova una struttura inadeguata per ospitare eventi internazionali. A questo si aggiunge il problema che vivono le società sportive costrette a migrare in altre strutture per poter continuare gli allenamenti; senza dimenticare l’utenza pubblica che non può accedere ad una struttura nonostante in molti – in uno slancio di fiducia verso il comune – abbiano pagato la quota annuale per l’abbonamento annuale. E in mezzo a tutto questo caos la beffa del raddoppio delle tariffe. Sullo sport bisogna investire come strumento per il benessere fisico e dei cittadini”, conclude Gelarda.