Palermo, tanti casi di legionella: il batterio e come si trova - Live Sicilia

Palermo, tanti casi di legionella: il batterio e come si trova

La chiusura della piscina di tre giorni fa e le morti sospette a luglio e a settembre

PALERMO – La chiusura di tre giorni fa della piscina comunale è solo l’ultimo caso di riscontro della legionella a Palermo e, dopo la notizia della morte di un turista bolognese per legionellosi di neanche un mese fa, nella popolazione c’è chi si preoccupa e inizia a temere: Nei recenti controlli delle autorità sanitarie, però, non è emerso nulla di preoccupante: la condotta dell’acqua pre-contatore non è contaminata dal batterio.

La legionella

La ‘Legionella’ è un genere di batteri ‘gram-negativi’ aerobi, batteri ubiquitari. Sono in altre parole agenti infettivi noti per essere i responsabili di varianti di polmonite che possono essere molto gravi, con tasso di mortalità variabile tra 10-15%. Le polmoniti però possono presentarsi in forma simil-influenzale, cosiddetta ‘febbre di Pontiac’ e possono essere a decorso benigno.

Si diffonde attraverso le condutture cittadine e gli impianti idrici degli edifici. Il microrganismo è veicolato da piccole particelle d’acqua nebulizzate (aerosol) e può essere facilmente inalato attraverso le mucose delle prime vie respiratorie.

Attenzione: il batterio si trova nell’acqua comunemente è solo quando la concentrazione valica le soglie limite previste dalla normativa che si interviene a creare un rischio della salute umana. Questi valori devono essere verificati nelle piscine e possono essere verificati all’interno degli edifici. È grazie a queste analisi preventive che spesso, come nel caso della piscina comunale, si arriva alla chiusura di edifici.

La serie storica

Il primo caso quest’anno a villa Niscemi, sede di rappresentanza del comune di Palermo. Un impiegato comunale è rimasto a casa con febbre, brividi, dolori muscolari e peso al torace. Sembrava un’influenza o il Covid, che per adesso è la patologia più semplice da associare a queste forme di malessere. Il tampone negativo ha escluso il virus, ma accertamenti più approfonditi in ospedale hanno fatto emergere la legionellosi.

Qualche settimana dopo arrivò la prima chiusura della piscina comunale.

Le analisi di routine delle acque evidenziarono la presenza di legionella in uno spogliatoio e di altri batteri nella cisterna che porta l’acqua in tutta la struttura. Subito furono avviati accertamenti per scoprire cosa ha causato il problema. Servì un mese per arrivare alla riapertura.

A luglio poi c’è stato il caso del turista belga morto dopo essere stato in vacanza a Palermo. Dopo quel caso, per ordine del sindaco Lagalla, ad agosto fu chiuso l’Hotel Politeama dove l’uomo aveva passato dei giorni di soggiorno.

Chiuso è finito anche l’appartamento di un edificio in via principe di Belmonte dove la legionella è stata trovata a seguito di un controllo preventivo effettuato da un privato.

Ceppo epidemiologico diverso, non ancora interamente ricostruito, sarebbe invece quello che avrebbe causato la morte di un turista bolognese morto dopo una vacanza in numerosi posti della Sicilia tra cui a Palermo.

Scattarono così i controlli dell’Asp che a metà settembre ha rassicurato: “Tutti i campionamenti eseguiti a Palermo nelle condutture dell’acqua fino al contatore ad oggi hanno dato esito negativo. La presenza della legionella che supera il livello consentito dipende dai singoli impianti degli edifici”.

Come si arriva alla segnalazione della presenza di legionella

Secondo quanto prescrive la normativa i controlli per la legionella non si fanno a campione ma si fanno sulla base di un’indagine epidemiologica. Se si riscontra un caso si tracciano i luoghi dove è stato, si verificano tutte le fonti da cui viene erogata acqua, molto spesso accade nei soffioni dell’acqua, e si arriva a isolare il singolo impianto.

Come detto però alla scoperta della legionella si può arrivare anche attraverso dei controlli preventivi realizzati dai privati.

Gli impianti e i luoghi, inoltre, possono tornare fruibili in sicurezza. Occorre che i gestori seguano i protocolli e le indicazioni delle autorità sanitarie per fare rientrare i valori sotto soglia.


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