PALERMO – Il fine settimana porta Sala delle Lapidi a più miti consigli e, trovata la mediazione sul fondo ad hoc per il consiglio comunale di Palermo che viene tagliato da 500 mila a 150 mila euro, arriva il via libera al bilancio previsionale 2023 con un insolito anticipo di una settimana sul termine ultimo previsto per legge, con alla fine anche un colpo di scena, ossia la decadenza della Prima commissione il cui vicepresidente è Ugo Forello.
Una manovra attesa per sbloccare risorse e investimenti, anche se in realtà molte somme sono legate al consuntivo 2022 di cui si discuterà prima della fine dell’estate. Il segnale politico però non è indifferente: domani il sindaco Roberto Lagalla presenterà in conferenza stampa il primo anno della sua amministrazione e potrà annoverare tra i risultati positivi anche l’equilibrio di bilancio e l’aver definitivamente scongiurato il dissesto.
Il tesoretto
I lavori si erano interrotti bruscamente venerdì scorso, dopo uno scontro feroce sull’emendamento della maggioranza che destinava mezzo milione di euro al consiglio comunale per patrocini onerosi e sostegno a iniziative sociali, culturali e sportive. Un “tesoretto” che sarebbe stato alimentato per 350 mila euro con l’imposta di soggiorno e il resto con prelievo dal fondo di riserva, ma subordinato all’approvazione di un regolamento ad hoc. Apriti cielo: il gruppo Oso ha fatto le barricate, annunciando oltre un centinaio di emendamenti.
Stamattina invece è arrivato l’accordo: la maggioranza ha accettato il taglio del fondo “salvando” solo la parte del fondo di riserva, pari a 150 mila euro, e sempre subordinato a un regolamento; altro emendamento ad avere avuto il via libera quello delle opposizioni che stanzia 100 mila euro per la manutenzione delle scuole, specie per gli impianti di riscaldamento in vista dell’inverno.
Infine un emendamento tecnico predisposto dagli uffici per aggiornare entrate e uscite con oltre 400 variazioni: 4 milioni di nuove entrate (grazie anche alla lotta all’evasione e ad alcuni contributi), più spese del fondo di riserva pari a 981 mila euro, 716 mila euro in più di debiti fuori bilancio non previsti e anche più soldi per il caro bollette, visto che i ristori statali (pari a due milioni) non saranno sufficienti da qui a fine anno. Trasformati in ordini del giorno gli altri emendamenti, il bilancio è stato approvato con 21 voti favorevoli.
Prima commissione decaduta
Il colpo di scena, come detto, però è arrivato all’ultimo, quando votato l’atto il presidente del consiglio Giulio Tantillo ha letto una nota con cui i componenti di maggioranza della Prima commissione, quella sul bilancio, hanno rassegnato le dimissioni: si tratta del presidente Giuseppe Milazzo e dei consiglieri Domenico Bonanno, Gianluca Inzerillo e Salvo Di Maggio. Una mossa che porterà a dover ricostituire la commissione, ma soprattutto a dover rieleggere presidente e vice: gli uscenti sono Milazzo e Forello, quest’ultimo vera spina nel fianco della maggioranza e autore del centinaio di emendamenti che avrebbero potuto impantanare l’Aula, anche se oggi assente. Un’iniziativa che molti leggono come una mossa proprio contro Forello, visto che adesso la commissione andrà ricostituita secondo il peso dei gruppi e i componenti potrebbero variare.