Palermo, è scontro sul fondo da mezzo milione al consiglio - Live Sicilia

Palermo, è scontro sul fondo da mezzo milione al consiglio

Seduta chiusa, Oso all’attacco. Si riprende lunedì

PALERMO – Una seduta chiusa praticamente a sorpresa, per un equivoco nella maggioranza, i lavori rinviati a lunedì e, mentre dal tetto ligneo di Sala delle Lapidi si staccano piccoli frammenti che cadono sulla moquette, in un Palazzo delle Aquile occupato dalle impalcature, si consuma lo scontro su un emendamento da mezzo milione di euro.

Un emendamento da 500 mila euro

I lavori d’Aula erano ricominciati in un clima tutto sommato sereno: la discussione generale avviata alle battute finali, alcuni emendamenti annunciati dalle opposizioni (come quello che consentirebbe di sistemare la fognatura in via Tiro a Segno, dove sorge la missione di Biagio Conte), una partita da chiudere in serata. A far saltare il banco, però, è l’emendamento annunciato dalla maggioranza e che Livesicilia ha anticipato: un fondo da mezzo milione di euro, costituito per due terzi dall’imposta di soggiorno e per la restante parte da un prelievo dal fondo di riserva, da spendere entro l’anno e solo dopo aver approvato un regolamento ad hoc. Soldi da destinare a patrocini onerosi, iniziative culturali e sociali ma che hanno spinto sulle barricate Ugo Forello e Giulia Argiroffi.

Forello: “Un errore approvarlo”

“Approvarlo sarebbe un errore – ha attaccato Forello che ha presentato oltre 100 emendamenti per rallentare i lavori – A Cagliari, Napoli, Roma o Milano non esistono regolamenti del genere, ma semmai regolamenti sulle spese di tutte gli organi comunali, né attribuzioni dirette alla presidenza del consiglio per spese di rappresentanza che invece sono in capo ai cerimoniali”. Forello ha poi sciorinato le cifre delle altre grandi città: “In questo periodo storico e con la crisi che viviamo Torino ha speso in totale, e quindi non limitatamente al consiglio, solo 32 mila euro sui 35 mila previsti; Napoli, in riequilibrio come noi, 39 mila euro, Milano 116 mila euro, Genova 21 mila, Roma 142 mila euro”. “Vogliono istituire il fondo ‘cavigghie’ – ha scritto sui social la Argiroffi – mezzo milione per elargire favori”. Il capitolo di spesa, chiamato genericamente “organi istituzionali”, aumenterebbe di 900 mila euro di cassa, ossia soldi da spendere entro l’anno, di cui 500 mila per il fondo.

Ferrandelli: “Non si blocchi il bilancio”

Attacchi a cui la maggioranza ha risposto a muso duro. “L’ordine del giorno che presenteremo – ha detto il capogruppo di Fdi Giuseppe Milazzo – vincola il consiglio: neanche un euro potrà essere speso se prima non ci sarà uno specifico regolamento. Si tratta di un’iniziativa politica opportuna e che rivendichiamo, non si possono sostenere le associazioni solo a parole e servirà un accordo di massima e una visione condivisa, peraltro ci sarà un dirigente a vigilare”. “La tassa di soggiorno in passato è stata utilizzata per i teatri – ha aggiunto il capogruppo leghista Alessandro Anello – Una scelta legittima, così come è legittima questa”. Il gruppo di Azione ha chiesto invece di evitare gli ostruzionismi: “In questa città senza bilancio non si possono comprare mé le telecamere per evitare l’abbandono dei rifiuti, né i fotocopiatori per rilasciare le carte di identità. Per 150 mila euro di spese di rappresentanza rischiamo di fermare milioni e milioni di euro, peraltro la maggior parte di questo fondo non sarà neanche speso perché non ci sarà il tempo. Qualcuno fa solo demagogia”.

Una situazione di scontro tra l’opposizione, pronta all’ostruzionismo, e la maggioranza decisa a procedere sino a notte fonda, ma con qualche spiraglio di mediazione; peccato che, per un malinteso con il resto della maggioranza, il vicepresidente Pino Mancuso abbia chiuso la seduta. Una mossa che costringerà a una riconvocazione a 21 presenti per lunedì alle 9.


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