PALERMO – “Fratellone mio, gelosone mio, chi doveva dirlo che dovevano togliermi anche te”. La sorella di Stefano Gaglio, ucciso ieri 15 settembre davanti alla farmacia in cui lavorava a Palermo, affida ai social il suo dolore. Da poco avevano perso la madre. “Chi mi dirà più ‘ti amo stellina mia’, chi mi dirà ‘sei meravigliosa’? Mi hai distrutto, stavolta non sarò in grado di affrontare questa tempesta”.
“Ti hanno strappato dalle nostre braccia”
La donna racconta il momento straziante in cui ha visto il fratello per terra, ucciso dai colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata, poco dopo avere parcheggiato lo scooter con cui era arrivato al lavoro. “Vederti disteso…non potrò mai dimenticare. Ti hanno tolto da noi, dai tuoi figli e da tua moglie. Eri il mio gigante buono, testardo, gelosone di me e della tua famiglia”.
“Proteggi le tue principesse perché io non so se troverò le forze – prosegue il messaggio -. Sei volato da papà e mamma. Adesso mi chiedo che senso ha questa vita. Ti amo, mi rimarranno solo i ricordi e il nostro tatuaggio inciso sulla pelle. Tutte le nostre foto, i messaggi. Tutti dicono che eri un ragazzo d’oro. Vita mia come farò adesso? Nemmeno il tempo di riprendermi dalla perdita della mamma e di nuovo a soffrire. Ma stavolta mi hanno distrutta”.
Le indagini sull’omicidio Gaglio
Per l’omicidio è stato fermato il cognato di Gaglio, Giuseppe Cangemi di 62 anni. Si tratta del compagno della sorella della moglie. Era già stato identificato partendo dalle immagini della telecamera che ha filmato la scena del delitto.
Il cognato ha confessato l’omicidio
Si è presentato alla Squadra mobile nella tarda serata di ieri, confessando di essere stato lui a sparare e consegnando la pistola. L’uomo, dipendente della Rap che abita alla Kalsa, ha poi iniziato a farfugliare concetti senza logica nel corso dell’intero interrogatorio.
“C’è un forte disagio psichico”, ha detto l’avvocato Salvino Pantuso che difende Cangemi. “Questo disagio porta ad affermare che non c’è alcun movente che abbia spinto il mio assistito a sparare contro il cognato”. Un aspetto che dovrà essere valutato dagli inquirenti, che nelle ultime ore hanno interrogato i familiari, compresa la compagna del dipendente della Rap.

