Palermo, assoldò i killer della zia: arriva uno sconto di pena

Palermo, assoldò i killer della zia: arriva uno sconto di pena

La vittima Angela Maria Corona
Condanna confermata per gli esecutori materiali del delitto

PALERMO – Confessò di avere assoldato due killer per uccidere la zia, Maria Angela Corona, 47 anni. Francesca Maria Castronovo ottiene uno sconto di pena in appello: è stata condannata a 18 anni. In primo grado aveva avuto 26 anni e 4 mesi di carcere. Confermata la pena – 25 anni ciascuno – per l’ivoriano Guy Morel Diehi e per il maliano Toumani Soukouna.

Castronovo, difesa dall’avvocato Maria Francesca D’Amico, era imputata anche di peculato: per pagare i killer usò i soldi della zia di cui era tutrice legale. Il collegio presieduto da Angelo Pellino ha riconosciuto le attenuanti come prevalenti sulle circostanze aggravanti. In suo favore ha pesato la confessione.

Il cadavere della donna fu ritrovato nel 2020 nelle campagne lungo la strada che da Bagheria conduce a Casteldaccia. Per un intreccio di prime e seconde nozze il padre della vittima era nonno dell’indagata. Castronovo viveva in casa con l’anziano, ma era anche tutrice legale di due zii incapaci di intendere e volere, di cui gestiva le pensioni.

Zia e nipote litigavano spesso. Il giorno di Pasqua la vittima avrebbe bruciato il braccio alla nipote con il ferro da stiro. Ai carabinieri della compagnia di Bagheria e del Gruppo Palermo, per descrivere il clima di angherie che avrebbe subito da anni, Castronovo disse che da bambina la zia la costringeva a mangiare scarafaggi e a lavarsi i denti con l’acqua del Water.

E così mise a punto il piano di morte. Avvicinò al mercato Ballarò l’ivoriano Guy Morel Diehi. Gli diede una manciata di euro e le promise una ricompensa ben più alta se avesse punito la zia. Il nordafricano, con il permesso di soggiorno scaduto, avrebbe coinvolto il maliano Toumani Soukouna. Per eseguire la sentenza di morte, così disse la mandante del delitto, avrebbero incassato 100 mila euro.

La vittima sarebbe stata sorpresa alle spalle e strangolata mentre usciva dalla sua casa di Bagheria. Il cadavere fu messo dentro un sacco della spazzatura e gettato fra le sterpaglie. Maria Castronovo in preda al rimorso avrebbe voluto suicidarsi facendo esplodere una bombola di gas. A salvarla fu il fidanzato.


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