"Lo possiamo trovare il ferro?": i malacarne armati di Palermo

“Lo possiamo trovare il ferro?”: i malacarne armati di Palermo

Il blitz al Cep conferma che in città circolano parecchie pistole
IL RETROSCENA
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PALERMO – Circolavano parecchie pistole nei quartieri Cep, Cruillas e Borgo Nuovo. L’inchiesta sfociata ieri in ventisette arresti conferma che a Palermo è facile armarsi.

Gli arrestati e le pistole

Sei persone fra cui un minorenne avrebbero avuto la disponibilità di una pistola. Cinque sono state arrestate: Salvatore Paolo Cintura, il cugino Giuseppe Cintura, Salvatore Bevilacqua, Mirko Cannariato e Michele Patriziano.

Già nel 2020 i carabinieri avevano sequestrato una Beretta calibro 9X21 rubata, una Colt Gold Cup Trophy, con matricola abrasa e una cinquantina di proietiili.

A queste armi va aggiunta una calibro 38 sequestrata un anno dopo ai fratelli Giovanni e Filippo Montagnino, anche loro coinvolti nel blitz di ieri.

Un’organizzazione criminale gestiva quattro piazze di spaccio di droga, riciclava in maniera illecita rottami metallici, commissionava furti di mezzi e poi chiedeva il pizzo per restituirli ai proprietari.

“Ora vediamo che ferro c’è”

A reggere i fili sarebbe stato Salvatore Paolo Cintura, soprannominato Buddha. Ed è sempre lui che sarebbe stato in grado di procurare le armi.

“Lo possiamo trovare il ferro?”, gli chiedeva un giovane. “Ti devi andare a consumare? Ti devono alzare mani?”, rispondeva Cintura. Che nel passaggio successivo aggiungeva: “Ora vediamo che ferro c’è buono”.

Il resto lo hanno fatto le telecamere piazzate dai carabinieri su ordine della Procura della Repubblica. In un un video si vedono gli indagati mentre si passano le armi nascoste fra le sterpaglie dentro uno zainetto.

I precedenti

Un episodio che si aggiunge a quelli già scoperti. A volte le pistole non restano nelle fondine. Un filo rosso parte dai quartieri Brancaccio e Sperone e lega diversi episodi: l’omicidio del boss in ascesa Giancarlo Romano, il tentativo di ammazzare il suo braccio destro Alessio Caruso, la morte di Lino Celesia (assassinato in discoteca), le risse nelle strade della movida e i colpi di pistola esplosi in aria lo scorso dicembre in via Isidoro La Lumia.

In città si affrontano bande di criminali, gli scontri fra i malacarne di borgata a volte diventano questioni di mafia.

In un dialogo intercettato qualche tempo fa dagli investigatori è saltata fuori la figura di un tale “Matteo” o “Mattia” del quartiere Kalsa, capace di modificare le armi giocattolo. Alcune sarebbero state usate per commettere rapine.

Il 10 dicembre 2023 è il giorno della rissa in via Isidoro La Lumia. La notte in cui furono esplosi i colpi di pistola in aria ci sarebbe stata una discussione fra un gruppo di ragazzi dello Sperone e uno di via Cipressi, quartiere Zisa. Ad esplodere i colpi di pistola in aria è stato Marco Cucina.

La rissa aveva avuto avuto un precedente davanti alla discoteca Notr3, quella in cui il 21 dicembre è stato ucciso Lino Celesia. Anche allora qualcuno si presentò armato.


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