PALERMO – Chili di droga che diventano grammi nelle relazioni di servizio. Incursioni nel deposito della squadra mobile per fare sparire carichi di stupefacenti sequestrati. C’è anche questo nell’inchiesta che ha portato all‘arresto di due poliziotti accusati di corruzione.
I chili di droga diventano grammi
Il 2 dicembre 2022 finisce in carcere Christian Mazzone. In un magazzino nella zona di via Pitrè i poliziotti trovano dodici chili di droga. A fare il nome di Mazzone è stata una fonte confidenziale. La sera dell’arresto squilla il telefono di Fabrizio Spedale, uno dei due poliziotti arrestati. A chiamarlo è Ignazio Carollo, pure lui in carcere. Entra in gioco l’altro agente finito nei guai giudiziari, Salvatore Graziano, che è il vice responsabile del deposito dei reperti della squadra mobile, il luogo dove vengono custoditi i beni sequestrati. Lo stupefacente viene affidato ad una ditta di Carini per la distruzione. Nel verbale delle operazioni conservato nell’archivio dell’impresa si parla di 11,6 grammi. Ma nel verbale custodito alla squadra mobile diventano 11,6 kg. Dove è finita la droga? Secondo la Procura di Palermo, è stato restituito a Carollo per rivenderla.
Microspie alla Mobile
Il 9 febbraio 2022 in un appartamento di viale Michelangelo di proprietà dei fratelli Gaetano e Angelo Pandolfini vengono sequestrati cocaina, marijuana e 315 panetti di hashish da 100 grammi ciascuno. A pedinare i Pandolfini è stato ancora una volta Spedale insieme a un collega. Sembra una brillante operazione di polizia. In deposito mancano 13 kg di marijuana. Il giorno in cui se ne accorgono ci sono dei contatti telefonici fra Carollo e Spedale. I colleghi piazzano le telecamere persino nei locali della squadra mobile. Graziano e Spedale si passano due pizzini. C’è scritto “l’ufficio è ambientalizzato” e “dopo strappala”. Graziano viene filmato mentre, una volta fuori dall’ufficio, getta un foglio di carta in un cassonetto. Spedale gli avrebbe passato la relazione di servizio affinché sapesse come difendersi.