Palermo, protesta dei dipendenti delle Ipab in liquidazione

Palermo, protesta dei dipendenti delle Ipab in liquidazione

I motivi dell'agitazione.
IL PRESIDIO
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Si è tenuto stamattina a Palermo, davanti alla sede dell’assessorato regionale della Famiglia e Lavoro, un presidio dei dipendenti delle Ipab messe in liquidazione. Si tratta di circa 200 persone di 35 strutture, in attesa da anni sia della retribuzione (essendo dipendenti pubblici non hanno avuto nemmeno gli ammortizzatori sociali) che di una ricollocazione. In prima linea, per rivendicare le loro legittime richieste, Fp Cgil Sicilia che denuncia “ancora una volta la mancanza di sensibilità e disponibilità da parte dell’organo politico. “Siamo stati ricevuti dalla componente amministrativa – afferma la segretaria regionale Monica Genovese – e questo certamente non ci rassicura sugli sviluppi della vertenza che comunque andrà avanti con grande determinazione. Nessuna traccia dell’Assessore o del Capo di Gabinetto”.

Il segretario generale, Gaetano Agliozzo, annuncia che la mobilitazione si sposterà all’assessorato alla Sanità e chiamerà in causa anche le competenti Commissioni Legislative dell’Ars. “Vogliamo dare forza e sostegno alla vertenza – affermano Agliozzo e Genovese – perché crediamo sia arrivato il momento che le Istituzioni Politiche della Regione debbano dare una risposta seria e concreta a questi lavoratori. A cominciare dal loro inserimento nelle strutture sanitarie pubbliche attraverso propedeutici percorsi di riqualificazione, così come previsto nel protocollo di intesa firmato nel settembre 2021 tra le organizzazioni sindacali e l’assessorato. Ad oggi però solo alcuni corsi sono stati avviati presso Cefpas di Caltanissetta (qualificando gli Osa in Oss ), e poi il vuoto.

Nulla è stato fatto per gli amministrativi e i generici, oltre a non esserci stata alcuna ricollocazione nelle Asp. Per di più esiste un disegno di legge di riforma delle Ipab fermo al palo. Sono tutte questioni irrisolte – concludono Agliozzo e Genovese – alle quali va posta immediata soluzione per non disperdere risorse umane e professionali, a cui va data l’opportunità di una occupazione per efficientare prestazioni e servizi nell’interesse della collettività”. (ANSA)


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