Palermo, le rapine e il boss: libero il titolare di "Serena detersivi"

Palermo, le rapine e il boss: libero il titolare di “Serena detersivi”

Si sono affievolite le esigenze cautelari. Gli autori dei colpi furono picchiati

PALERMO – Si sono affievolite le esigenze cautelari. Torna libero Francesco Bagnasco, titolare dei negozi “Serena detersivi”. Fu arrestato nel blitz dei carabinieri che portò all’arresto del boss di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso.

Il suo nome fa parte del capitolo più violento dell’inchiesta. Secondo l’accusa, Bagnasco chiese aiuto al mafioso per punire gli autori di due rapine. Una volta individuati furono pestati a sangue. Il commerciante si è difeso sostenendo che il suo intento era quello di individuare la talpa dei colpi, ma senza alcun intento violento. Si rivolse a Giovanni Caruso, braccio destro di Calvaruso, di cui non conosceva la caratura criminale (era il suo imbianchino di fiducia) e ad altre quattro persone incensurate.

Si tratta della tesi sostenuta dagli avvocati Giovanni Castronovo, Carlo Catuogno e Michele Montalto, che hanno svolto delle indagini difensive.

Il 29 agosto di due anni fa due persone armate di coltello rapinano il punto vendita di via Altofonte 89. Si portano via 4.500 euro. Il 3 settembre un nuovo colpo: 2.800 euro di bottino. “Mi potresti fare una cortesia grande Giovà? Potresti salire cinque minuti ai Pagliarelli? Al negozio”, disse Bagnasco a Caruso.

I rapinatori erano andati dritti verso la cassaforte. Da qui la convinzione e la preoccupazione di Bagnasco che vi fosse una talpa in negozio. Dopo avere denunciato gli episodi chiese aiuto a Caruso e ad altri.

Il 4 settembre Caruso lo contattò. Aveva individuato gli autori dei colpi. Il 7 settembre il drammatico epilogo. Caruso allertò Calvaruso: “Ma non scendi? Io sono sceso”. L’appuntamento era in un garage in via Piave. E avvertì pure Bagnasco: “Ci siamo fatti una corsa caricavo e scaricavo tutte cose però vieni… vieni… Francè”.

Cosa accadde in via Piave si ricostruisce dalle confidenze di Caruso alla moglie all’interno della sua Audi Q3: “… tu non ne sai niente di questo discorso ah che capace ti arriva a dire: ‘minchia è selvaggio… mi sono rilassato questa giornata mi sono dato una scarricata che tu non hai idea… appena è entrato… l’ho preso ci dissi: ‘cammina… cammina prima che diventi scolapasta… all’ospedale… è ricoverato… pure il polso mi duole”.

In via Piave furono convocati l’ideatore del colpo, Giovanni Armanno, e gli esecutori Martino Merino e Davide Bonura. Tutti picchiati per avere rapinato la persona sbagliata. Solo che Bagnasco, esaminato dal giudice per l’udienza preliminare Elisabetta Stampacchia, ha detto che nulla sapeva della punizione. Lui voleva solo capire se avesse una talpa in casa.


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