PALERMO – Una soluzione ancora non c’è, né si intravede all’orizzonte. Quel che è certo è che il caos dentro Forza Italia rischia di prolungare lo stallo del consiglio comunale di Palermo.
Il secondo incontro
Dopo il burrascoso vertice di venerdì scorso, alla presenza del coordinatore regionale Marcello Caruso, il gruppo consiliare forzista è tornato a riunirsi ieri. Le bocche rimangono sempre ben cucite, anche se le voci parlano di un incontro molto più sereno.
Il punto è che non c’è ancora una soluzione. Fallito il blitz per modificare il regolamento d’Aula, che avrebbe consentito di azzerare le commissioni, si è tornati al punto di partenza e cioè al voto dei nuovi presidenti e vicepresidenti dei sette organismi.
Troppi pretendenti
Il problema, oltre che politico, è anche matematico. Forza Italia, dopo l’adesione di Salvo Alotta, ha al momento la presidenza di tre commissioni (ci sono anche quelle guidate da Ottavio Zacco e Pasquale Terrani) e dovrebbe cederne una in favore della lista “Lavoriamo per Palermo” che fa capo direttamente al sindaco, rimasto a bocca asciutta.
Insomma, le caselle disponibili sarebbero appena due ma i pretendenti ufficiali, o meglio quelli che finora hanno palesato una disponibilità, sarebbero almeno quattro, visto che c’è anche Gianluca Inzerillo, vicino a Giorgio Mulè.
Il rebus giunta
Una partita che si lega a doppio filo a quella della giunta. Caruso avrebbe comunicato ai consiglieri l’intenzione del partito di sostituire l’assessore al Sociale, Rosi Pennino, anche se non è ancora chiaro con chi.
Se la scelta ricadesse su uno dei presidenti (Alotta o Terrani) il puzzle sarebbe più facile da comporre, ancor di più se fosse Zacco che di cariche ne ha due (presidente e capogruppo). I consiglieri, nell’incontro di ieri, hanno però ribadito che il tema della giunta verrà gestito dal partito.
Clima teso
Il clima resta comunque teso, anche perché in molti non avrebbero gradito la mossa di Caruso. “Non si capisce perché un coordinatore regionale si interessi di vicende interne a un Comune”, è il commento di un azzurro, rigorosamente a taccuini chiusi.
Il partito da mesi è dilaniato dalle faide interne e un accordo non sembra al momento all’orizzonte: se si andasse alla conta, avrebbe la meglio la corrente vicina all’assessore regionale Edy Tamajo che si fa forte di quattro consiglieri su sette. E nelle commissioni la presidenza più a rischio sarebbe quella delle Attività produttive, dove su cinque componenti due sono in quota sindaco.
I capigruppo torneranno a riunirsi ma è chiaro che il vero nodo è tutto dentro Forza Italia, con buona pace dell’attività delle commissioni e dei lavori di un’Aula che deve ancora discutere il bilancio.