PALERMO – Tecnicamente si chiamano “pezzi anatomici”. Sono stati abbandonati nella saletta che ospita le celle frigorifere di fronte al deposito ex Bonanno all’interno del cimitero dei Rotoli. È la spia macabra del caos gestionale che ha caratterizzato il recente passato del camposanto.
“Il cimitero che abbiamo trovato è anche questo”, spiega l’assessore Totò Orlando. Adesso bisogna catalogare e ricostruire, il termine è duro ma di ciò si tratta, la tracciabilità dei resti umani.
Come ha ricostruito il Giornale di Sicilia sono circa 2.500, mischiati a feti. Provengono dagli ospedali in seguito ad amputazioni e aborti. Devono essere smaltiti nei cimiteri. “Dal 2020 al 2022 senza campi di inumazione e con il forno crematorio rotto i resti umani sono stati depositati”, aggiunge l’assessore ai servizi cimiteriali. Non sono stati etichettati. Impossibile sapere a chi appartengono, anche se appare alquanto improbabile che qualcuno possa avanzare una richiesta specifica.
Le bare in deposito (per fortuna sempre meno, dopo anni di vergogna), urne cinerarie e bare senza nominativi e ora anche il caso dei resti umani: ai Rotoli ha regnato il caos gestionale. Il neo direttore del cimitero Marcello Martorana ha già messo nero su bianco che manca la documentazione che deve accompagnare i resti dall’ospedale al cimitero. Con molta probabilità la vicenda sarà segnalata alla magistratura e la Procura della Repubblica aprirà presto una nuova inchiesta.