PALERMO – Il rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri commenta con con “sgomento e dispiacere”, la notizia dell’indagine su Concorsopoli, in una lettera rivolta a tutta la comunità universitaria in cui annuncia nuove regole per ridurre l’attuale discrezionalità assoluta dei Dipartimenti nella formazione delle commissioni di concorso
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Il rettore Midiri si dice fiducioso nell’operato della magistratura. “Abbiamo – scrive – tuttavia, in questo frangente, il dovere di rivendicare con convinzione che il nostro Ateneo costituisce un organismo sano, rispettoso della legalità e del principio della valorizzazione del merito. In questi anni, grazie al lavoro indefesso di numerosi Colleghi docenti e amministrativi, si sono svolte innumerevoli procedure concorsuali, nelle quali la Comunità accademica palermitana ha sempre perseguito la correttezza amministrativa, con la ferma aspirazione che venisse sempre individuato il candidato maggiormente qualificato allo svolgimento dei ruoli messi a bando. In un contesto così articolato e diversificato, può purtroppo accadere che qualche comportamento illecito sfugga al controllo delle pur numerose e attente verifiche interne e siamo pertanto grati alla Magistratura inquirente per gli opportuni interventi a salvaguardia della legalità.
“E’ nostro compito – prosegue il titolare dell’ateneo palermitano -, pur nella netta distinzione tra responsabilità individuali ed eventuali difetti di sistema, cogliere occasioni, come quella davanti cui oggi siamo posti, per analizzare il sistema nella sua interezza e rafforzare la nostra capacità di farlo muovere nell’ambito della più rigorosa e inflessibile legalità e correttezza. In questa analisi si ritiene oggi necessario riservare la massima attenzione ai processi posti sotto la responsabilità dei ruoli apicali delle singole discipline e Strutture dipartimentali, responsabili dell’avvio e dello svolgimento dei concorsi. Di fronte a questo contesto – aggiunge Midiri -, la nuova governance si è immediatamente assunta la responsabilità di intervenire con modifiche radicali del Regolamento per le chiamate dei Docenti, nel quale si sono introdotte due fasi programmatorie, una triennale e una annuale, aperte per la prima volta all’intera Comunità accademica dei Dipartimenti. Ciò nella convinzione che ogni dibattito e confronto che si svolga alla luce del sole e con trasparenza riesca a risolvere, in chiave anticipatoria e nell’alveo sicuro della correttezza, l’inevitabile tensione tra interessi individuali e punti di vista differenti.
Il rettore si dice consapevole del fatto che “il sistema concorsuale italiano richiede importanti modifiche, in quanto contiene al suo interno alcuni nodi irrisolti, che richiedono spesso un difficile equilibrio tra scelte autonome della singola sede, inevitabilmente orientate al potenziamento delle linee di ricerca presenti, e procedure concorsuali che necessitano della massima apertura ad immissioni di nuove competenze dall’esterno. Su questo importante tema – aggiunge Midiri – , proprio in queste settimane, il nostro Ateneo, insieme ad altri tra cui l’Alma Mater di Bologna, ha appena introdotto nuove regole concorsuali tendenti a contemperare nel modo migliore la valutazione oggettiva dei curricula dei candidati con le prospettive di sviluppo strategico dei singoli Dipartimenti e Atenei. L’obiettivo principale di tale riforma è stato quello di permettere ai Dipartimenti, cui la legge affida la responsabilità del reclutamento del Personale docente, di attrarre candidati scientificamente meritevoli e il cui curriculum si concili anche al meglio con le specifiche esigenze didattiche e di ricerca e le strategie di sviluppo dell’Ateneo.
“A queste nuove regole ritengo se ne debbano aggiungere altre – spiega Massimo Midiri -, che è intendimento di questa governance proporre nel più breve tempo possibile alla discussione della Comunità accademica, per ridurre l’attuale discrezionalità assoluta dei Dipartimenti nella formazione delle commissioni di concorso. Le procedure concorsuali dovranno – prosegue -sempre più assicurare la massima trasparenza, con Dipartimenti che siano case di vetro, nella consapevolezza della straordinaria responsabilità che il sistema della ricerca e dell’alta formazione assumono nei confronti della Collettività”.
Il rettore conclude poi la lettera, annunciando provvedimenti da parte dell’Ateneo ma esprimendo, nei confronti degli indagati “il rispetto e la vicinanza che i contesti umani e le lunghe consuetudini di collaborazione trascorsi richiedono e impongono, nel pieno rispetto del principio ineludibile della presunzione di innocenza”.