"Un macello, lo stava ammazzando": violenza e sangue a Palermo

“Un macello, lo stava ammazzando”: Palermo, cronaca di una sera di sangue

Corso dei Mille (foto Google street View)
I retroscena dell'inchiesta sulla rissa e il tentato omicidio in corso dei Mille

PALERMO – È una storia, l’ennesima, di violenza a Palermo. Quando i carabinieri del Nucleo radiomobile arrivano in corso dei Mille, la sera dell’8 agosto scorso, le tracce di sangue sull’asfalto sono evidenti. Sono stati avvisati con una chiama al 112. Nel frattempo due persone fanno accesso al pronto soccorso dell’ospedale Buccheri La Ferla.

La rissa e l’arrivo in ospedale

Uno dei due, Cristian Mannino, indagato per rissa, ha dei tagli nella zona ascellare e al torace (sarà dimesso dopo alcuni giorni). Più gravi le condizioni di Anthony Giambertone, 35 anni, raggiunto da una coltellata al polmone, tuttora ricoverato al Civico con la prognosi sulla vita. Mannino – secondo l’accusa, mentendo – dice di essere stato aggredito da persone che non conosce. Ed invece si conoscono da anni, vivono fianco a fianco, i buoni rapporti di un tempo hanno lasciato il posto ai litigi. Reticenti saranno anche i parenti degli altri coinvolti nella rissa.

Violenza in corso dei Mille a Palermo

Sono i carabinieri della compagnia di piazza Verdi a indagare sotto il coordinamento della Procura della Repubblica. Viene fuori una nuova pagina di violenza e degrado. Una storia di uomini e donne che picchiano duro, di gente che si arma con mazze e coltelli per motivi futili.

Uno “specchiettino” urtato con la macchina e qualche parola di troppo nei confronti di “una femmina”: diventa presto una questione d’onore, un’offesa da ripagare con le coltellate.

I militari acquisiscono le immagini delle telecamere che inquadrano il civico 629 di corso dei Mille. Arrivano tre macchine – una Volkswagen Polo, una Kia Soul e una Lancia Musa – da cui scendono più persone. I protagonisti escono dall’inquadratura. Si vede però Francesco La Vardera, altro indagato per la rissa, prendere una mazza dall’auto.

Le intercettazioni

Le intercettazioni fanno il resto. Al telefono gli indagati e i loro parenti fanno dei precisi riferimenti alla vicenda: “Una femmina glielo è andato a levare dalle mani… quello lo ha bloccato e glielo azziccò”; “a me non me li deve comprare i denti ora che sono struppiato“, “ha colpito tutti e due perché erano uno di fianco all’altro”, “quello gli teneva le mani e in questo mentre lo stava ammazzando”, “primo ho preso a colpi di casco a lui… è successo un macello”.

Qualcuno fa riferimento a “un cazzittello di quattordici anni” che “ha fatto danno”. In realtà ha qualche anno in più, si tratterebbe del diciassettenne che avrebbe tirato fuori il coltello ed è stato arrestato per tentato omicidio su richiesta della Procura dei minori. Per un po’ va a vivere da un parente perché teme più una ritorsione che il rischio, messo in conto, di “farsi la galera”. Il parente del secondo ferito coltiva la speranza che ci sia qualcuno pronto a diventare “un killer” per vendicarsi. “Mi sono reso disponibile con la famiglia… ma io ancora piango”, dice una parente del diciassettenne.

Nel frattempo si vivono ore di angoscia per le condizioni dei feriti. Cristian Mannino, fra gli indagati per la rissa, viene dimesso. Giambertone è ancora in gravi condizioni. “Siamo nelle mani del Signore”, dice la madre. Oggi le ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip Carmen Salustro.


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