Palermo: il commercialista e le fatture per coprire le tangenti

Sorella sanità 2, il commercialista e le fatture per coprire le tangenti

Triangolazione Palermo, Carini e Milano

PALERMO – Bisognava schermare le tangenti, camuffarle. Farle apparire come costi aziendali. C’è anche questo capitolo nell’inchiesta sugli appalti pilotati della sanità siciliana. Un capitolo che coinvolge volti noti e nuovi indagati.

I noti sono Fabio Damiani, responsabile della Centrale unica di committenza della Regione siciliana, e il suo imprenditore di riferimento, l’agrigentino Salvatore Manganaro, e il faccendiere Giuseppe Taibbi, Roberto Satta, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie spa, e l’amministratore delegato Francesco Zanzi, amministratore delegato della stessa società.

Sono stati condannati in primo grado per corruzione. Avrebbero pagato mazzette in occasione di due appalti: “Gestione e manutenzione delle apparecchiature elettromedicali per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Sicilia” (quattro lotti per complessivi 202 milioni di euro) e “affidamento dei servizi integrati di gestione e manutenzione delle apparecchiature elettromedicali di bassa, media ed alta
tecnologia in uso ai vari presidi dell’Asp di Palermo” (17 milioni di euro).

I volti nuovi dell’inchiesta sono quelli di Stefano Mingardi, commercialista di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, e Giuseppe Gallina, amministratore della società Healtech srl di Carini. Sono indagati per riciclaggio ed emissione delle fatture false che sarebbero servite per schermare le tangenti.

Gli accordi prevedevano che Tecnologie Sanitarie versasse a Damiani e Manganaro 56 mila euro per chiudere l’annualità 2018, su cui poi i due concordarono fino a 35.000 euro. Pe i primi mesi del 2019 avrebbero concordato un versamento annuo di 220.000- 300.000 euro. Ed è qui che saltava fuori il riferimento a Gallina.

I pm di Palermo hanno ricostruito il patto intercettando gli indagati, ma anche ascoltando i dialoghi fra Manganano e Damiani che il primo aveva registrato e conservato nel suo archivio digitale.

Il 23 ottobre 2019 c’è stato un incontro a quattro. Mingardi aveva letto un’intervista del magistrato Piercamillo Davigo che parlava dei controlli sulle fatture per operazioni inesistenti (“… dice quello è il punto su cui in Italia dobbiamo fare la lotta più grande…”),

Bisognava, dunque, prestare grande attenzione: “Dobbiamo stare attenti che ogni movimentazione di denaro abbia un sottostante, un sottostante vero, che abbia delle caratteristiche, che deve essere congruo, deve essere soprattutto effettivo e quindi non far muovere nessun tipo di… non far risalire il
salmone come si suol dire, da una criticità che c’è, che ci potrebbe essere dal loro rapporto”.

Healthtec dopo aver nel corso degli anni emesso numerose fatture di modesto importo nei confronti di Tecnologie Sanitarie, nel dicembre 2019 ne emetteva tre per il “canone annuo per contratto di assistenza tecnica e manutenzione full risk” al Policlinico e all’ospedale Villa Sofia di Palermo, e all’Asp di Agrigento peer quasi 300 mila euro.

Nell’Iphone sequestrato a Vincenzo Li Calzi, considerato il contabile delle tangenti alle dipendenze di Manganaro, i finanzieri hanno trovato lo screenshot di un estratto conto dal quale si rileva l’emissione di un bonifico da parte di Helatech a favore della HCI (società riconducibile a Manganaro) per 110.000 euro. “Acconto secondo accordo quadro per la cessione di quote sociali HCI”, c’era scritto. Li Calzi, sentito dai pm, ha confermato la ricostruzione dei finanzieri.


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