Palermo, l'ombra della vendetta: cosa è successo tra i tifosi

Tifo violento, l’ombra della vendetta: cosa è successo allo stadio Barbera

Si sono affrontate due fazioni. Le indagini della polizia

PALERMO – Lo scontro fra i gruppi di tifosi organizzati cova sottotraccia. Può restare a lungo silente ed esplodere all’improvviso. La calma è solo apparente.

Domenica pomeriggio fuori dallo stadio Renzo Barbera, prima dell’inizio della partita Palermo-Cosenza, si sono affrontate due fazioni.

Il video in mano ai poliziotti

Nelle immagini registrate con i cellulari da alcuni residenti è rimasta impressa la furia dei protagonisti. Calci, pugni. C’è chi si accanisce su un uomo finito a terra. Si vedono lanciare bottiglie di vetro.

E poi ci sono le voci di alcuni testimoni che vanno verificate, e su questo stanno lavorando i poliziotti. Riferiscono di una storia ancora più cupa. Si parla di coltelli, catene e volti insanguinati.

Le due ipotesi

Ci sono due ipotesi al vaglio degli investigatori. A scatenare la rissa potrebbe essere stato il precedente della trasferta di Cremona dove qualcuno ha rubato la maglia lanciata da un giocatore nel settore ospiti e finita tra le mani di una bambina.

La prima gara casalinga sarebbe stata l’occasione per regolare i conti. Qualcosa non torna, però. Protagonista del gesto era stato un tifoso che non appartiene ad alcun gruppo organizzato tanto che quelli dell’Ucs (Ultrà Curva Sud) si sono sentiti in dovere di prenderne le distanze scrivendo una nota.

Le fazioni dei tifosi

In ogni caso la maglia era stata restituita. È rimasta dell’acredine o c’è dell’altro? La rissa potrebbe essere stata preceduta da un’aggressione subita dal membro di un altro gruppo “La 12” (che siede in Curva Nord).

Se così fosse si sarebbe trattato di una vendetta consumata fra i furgoncini degli ambulanti (molti dei quali abusivi) che affollano la zona ristoro. Molta confusione, poche regole. Nelle immagini si vede chiaramente la scritta sulle magliette indossate da chi chi partecipa alla rissa.

Oltre a “La 12” si legge anche “Cipressi 90134” (strada che dalla chiesa dei Cappuccini si addentra nel rione Zisa).

La supremazia in uno striscione

E qui entrano in gioco gli equilibri della tifoseria organizzata. Fino all’anno scorso il gruppo “Cipressi” seguiva le partite dalla Curva Nord Inferiore (quest’anno si è spostato nella parte superiore) dove sembrerebbe che ci siano state delle divergenze per il posizionamento di uno striscione. Nella logica malata del tifo che ammorba gli stadi la supremazia si dimostra anche così.

Di risse e scontri fra tifosi della stesse fede calcistica sono piene le cronache del passato che ha anche svelato la pesante contiguità fra i boss mafiosi, in particolare del mandamento di Porta Nuova, e i gruppi organizzati.

Per la stragrande maggioranza del pubblico lo stadio è un luogo di incontro e divertimento. Al Barbera si vedono sempre più famiglie.

E poi ci sono loro, i tifosi (?) che parlano di onore e dignità mentre rabbiosi colpiscono il nemico sotto lo sguardo impaurito dei bambini con le magliette rosanero.


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