Non è la prima volta che succede ma, stavolta, la stessa protagonista involontaria della storia riconosce che si è passato il segno in modo significativo. La dottoressa Tiziana Maniscalchi, primario e responsabile del pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello, scrive sulla sua pagina facebook, dopo essere stata sommersa dagli insulti dei no vax: “Io continuo a lavorare e a dimostrare ciò che volete che io non dimostri”. Probabilmente per le parole più gravi sarà richiesto l’intervento dell’autorità giudiziaria. Quando è troppo è davvero troppo.
Una sacrosanta presa di posizione corredata dalla pubblicazione di commenti offensivi che qui non riproduciamo e che perseguono tutti il medesimo bersaglio: una persona che ha la sola ‘colpa’ di passare moltissime ore in un reparto ospedaliero e di continuare a lavorare anche quando torna, finalmente, a casa. E c’è pure ‘l’aggravante’ per chi ha una visione distorta della realtà: raccontare la verità, cioè che i casi più gravi sono tutti di non vaccinati. Perché è questo l’addebito massimo nella follia del mondo no vax: spiegare le cose come stanno, spiegare, cioè, che il Covid esiste e che uccide chi non si protegge.
“Non sono arrabbiata per me – dice la dottoressa Maniscalchi – non la prendo sul personale. Ma non sopporto che, attraverso me, si decida di attaccare noi della Sanità che, con gli ospedali pieni, ci stiamo facendo in quattro per fronteggiare l’emergenza. Ecco perché procederò con le denunce”. Una scelta opportuna che chiama alla solidarietà. Non lasciamo soli i nostri medici.
Tiziana Maniscalchi è un medico apprezzato per le sue qualità umane e professionali. Citiamo due testimonianze. Una è quella di Ismaele, lettore che ci ha raccontato la sua esperienza: “Il primario, la dottoressa Maniscalchi, come una mamma premurosa, entra in tenda e dispensa sorrisi e richieste sullo stato di salute (credo che sia al lavoro ininterrottamente da giorni) dei pazienti”. L’altra è della dottoressa Marika Tutino, neurochirurgo che ha sofferto molto per il Covid: “La dottoressa Tiziana Maniscalchi, responsabile del pronto soccorso Covid del ‘Cervello’, è una persona che rappresenta l’ideale della medicina, perché unisce competenza e sensibilità. Io ero distrutta, ma sapevo di trovarmi in buone mani”.
Non è l’unica, tanti sono i medici, gli infermieri, gli operatori che si spendono giorno e notte con coraggio e senso del sacrificio. Noi siamo accanto a loro e contro il mondo capovolto che mette all’indice i benefattori di tutti e percorre le strade dell’insensatezza. No, non lasciamoli soli.