PALERMO – Dopo aver chiuso la passata stagione in crescendo lontano dalle mura amiche, il Palermo è ripiombato nel solito mal di trasferta che da anni caratterizza le stagioni dei rosanero, anche le più brillanti. Il 2014/15 era terminato con un ruolino di marcia invidiabile fuori dal “Barbera”, con dieci punti conquistati nelle ultime cinque partite giocate lontano dalla Sicilia, frutto di tre vittorie, un pareggio e una sconfitta. Un buon presagio per la stagione a venire, tant’è vero che alla prima trasferta del nuovo campionato il Palermo ha fatto subito centro: vittoria a Udine per 1-0 e aspettative ben diverse rispetto a quelle che sono riposte quest’oggi nella squadra allenata da Ballardini.
Ad una sola trasferta (abbordabile, sul campo del Verona fanalino di coda) dal termine del girone d’andata, il Palermo ha fatto meno punti rispetto a quelli raccolti nel rush finale della passata stagione: solo sette quelli ottenuti finora “on the road”, con due vittorie strappate sul campo di Udine e di Bologna, e un pareggio con la Lazio all’esordio di Ballardini da allenatore del Palermo. Proprio il nuovo tecnico, al momento, sembra non riuscire a trovare la giusta quadratura lontano da casa. Dopo aver fatto sperare in un cambio di rotta con la buona prestazione di Roma, il suo Palermo ha perso malamente con Atalanta e Sampdoria, subendo cinque reti in due partite, senza mai andare a segno.
La differenza reti lontano da casa è un altro punto dolente di questa seconda metà del 2015. Solamente sei i gol messi a segno dal Palermo nelle nove trasferte disputate in questo girone d’andata, esattamente quanti quelli realizzati nelle già citate cinque trasferte conclusive della passata stagione. Il dato, già di per sé preoccupante, diventa allarmante se messo a confronto con le reti subite. Per tredici volte Sorrentino ha dovuto raccogliere, da ospite, il pallone dalla propria porta; e quasi la metà dei gol subiti in trasferta è arrivata sotto la gestione Ballardini (sei in tre partite, contro i sette in sei partite di Iachini).
Forse è un problema di atteggiamento, considerando l’efficacia in fase arretrata del 3-5-2 adottato prima del cambio in panchina, o forse bisogna ancora attendere un po’ di tempo prima che la squadra assimili totalmente i dettami di Ballardini. Sta di fatto che la seconda metà del 2015 ha riconsegnato ai tifosi un Palermo horror in formato trasferta, quello che molti speravano di non rivedere più dopo la vittoria risicata in quel di Udine. Al rientro, dopo l’incontro casalingo con la Fiorentina, i rosa saranno chiamati ad uno scontro diretto lontano da casa. A Verona, con in palio tre punti pesanti in chiave salvezza, Ballardini dovrà dimostrare di aver aggiustato il proprio reparto arretrato.