Il Comune punta tutto sul tram| Si allontana il piano metro leggera - Live Sicilia

Il Comune punta tutto sul tram| Si allontana il piano metro leggera

La metro fino a Mondello costa troppo e ha tempi lunghi. Arcuri: "Non abbandoniamo il progetto".

PALERMO – Un progetto da 3,5 miliardi di euro che dovrebbe far diventare Palermo molto simile alla Torino delle Olimpiadi e dotarla di un sistema di trasporto veloce, efficiente e automatizzato, ma che potrebbe finire in soffitta per i costi troppo alti e per la “convenienza” (almeno secondo il Comune) del tram. Stiamo parlando della Mal, la metropolitana automatica leggera, ideata all’inizio del 2000 ma che rischia di restare solo un bel sogno su carta.

La metropolitana, infatti, ad oggi è un grande punto interrogativo. Divisa in due stralci, prevede il collegamento da Oreto a Notarbartolo (primo stralcio), tutto in sotterranea, e poi da Notarbartolo fino a Mondello e Tommaso Natale con ampi tratti in superficie (secondo). Il primo stralcio (lungo 7 chilometri con fermate Oreto, Oreto sud, Oreto nord, piazza Giulio Cesare, piazza Borsa, Massimo, Politeama , Archimede e Notarbartolo, tutto in 12 minuti) è stato già progettato e costerebbero circa 910 milioni di euro, mentre il secondo è ancora alle fase dello studio di fattibilità. Quasi 21 chilometri di binari con 23 fermate, 36 milioni di passeggeri l’anno, una corsa ogni 90 secondi e convogli a 30 chilometri orari.

Il problema principale sono le risorse finanziarie. Il progetto preliminare del primo stralcio è stato approvato in conferenza di servizi e l’opera risulta inserita nella legge obiettivo del 2001; nel 2014 è andato in conferenza di servizi nazionale presso la struttura tecnica di missione del Governo e nell’ultima seduta è stato anche approvato. Il percorso però si è fermato ed è ripreso solo recentemente con il nuovo invio quest’anno in conferenza di servizi su richiesta del ministero. Il governo Renzi ha inserito l’opera nello Sblocca Italia, ma in una classifica a scalare: per sperare nel finanziamento, in pratica, ben quattro opere dovrebbero “saltare” o Roma dovrebbe appostare ulteriori risorse, oppure utilizzare le eventuali economie.

Il secondo stralcio invece andrebbe finanziato con la prossima programmazione europea, che però predilige strutture più economiche e meno impattanti come il tram. Un dualismo, quello fra la metropolitana e il tram, vecchio di vent’anni a Palermo quando il Comune di Orlando voleva il tram in superficie e la Provincia, di centrodestra, puntava invece sulla Mal.

Un’era politica fa, mentre oggi bisogna fare i conti con la realtà. Il tram è un sistema che a Palermo esiste già, il Comune ha inaugurato quattro linee proprio a fine 2015 e dal momento che i depositi sono già costruiti ha deciso di progettare altre 7 tratte con cui unire stazione centrale e Notarbartolo e far passare i binari via mare, in via Roma, in via Libertà, a Bonagia e a Mondello. E proprio questa ultima linea, quella fino alla costa nord, si sovrappone esattamente al secondo stralcio della Mal.

Insomma, se per il primo pezzo (Oreto-Notarbartolo) la metropolitana può essere complementare al tram (sempre che si trovino i soldi), sul secondo Palazzo delle Aquile ha intanto compiuto di fatto una scelta, considerando secondaria la Mal, anche se non ci sono i crismi dell’ufficialità. “Il ragionamento sulla Mal è aperto, ma di certo nel frattempo non stiamo con le mani in mano – spiega il vicesindaco Emilio Arcuri – noi abbiamo pensato a un percorso razionale che coprisse tutta la città e non poteva non esserci il tratto del tram fino a Mondello. Nessuno vuole bloccare la Mal, se c’è un solo atto a mia firma contrario alla Mal o un solo giorno di ritardo qualcuno lo deve documentare”.

I motivi che però spingono il Comune a preferire il tram sono tanti. Con 480 milioni di euro (di cui la metà già previsti nel master plan per il Sud di Renzi) si realizzano 7 nuove tratte del tram, costruibili in tre anni, mentre per la Mal servono 3,5 miliardi e tempi assai più lunghi (5 anni per il primo tratto). Il tram viaggia in superficie e non ha bisogno di scavi, se non per spostare le sottoreti, mentre la Mal trasformerebbe Palermo in un cantiere a cielo aperto con intere strade interrotte (come oggi in via Amari). Inoltre nel secondo tratto la Mal sarebbe per ampi tratti in superficie (come in via Lanza di Scalea) e, a differenza del tram, non si può regolare con un semaforo e non può interagire con le auto, il che la trasformerebbe in una trincea invalicabile dividendo in due interi quartieri. C’è poi il problema di scavare sotto il centro storico, da cui potrebbero venir fuori nuovi intoppi.

Di contro la Mal è più veloce, ha un impatto minore sulla circolazione là dove è sotterranea e riduce al minimo il fenomeno dei “portoghesi”, come succede nel resto del mondo, grazie ai tornelli. Ma il problema principale, come detto, resta quello delle risorse. La Ue tende a non finanziare più per intero queste opere e a puntare sulla mobilità più dolce, ma il Comune non ha completamente perso le speranze e sta provando ad adeguare la Mal alle mutate condizioni, specie dopo lo Sblocca Italia, almeno per il primo stralcio.

“La Mal desta preoccupazioni, come insegna quanto sta succedendo a Roma – spiega Arcuri – Ormai si tende al trasporto pubblico di massa e alla mobilità dolce, specie su due ruote, e va fatto un ragionamento complessivo tenendo conto anche delle risorse a disposizione: il tram costa di meno, è meno invasivo, risponde agli stessi requisiti del ferrato sotterraneo e non è legato alle incertezze di scavare in una città stratificata come Palermo. I problemi restano legati ai costi, ai tempi e alla realizzazione, problemi seri da non affrontare in modo superficiale. Per questo intanto procediamo sul tram: entro giugno porteremo all’esame della giunta lo studio di fattibilità delle nuove linee e su questo apriremo anche un dibattito pubblico. Ma non abbandoniamo l’idea della Mal”.

Il progetto però divide le opposizioni. “La metropolitana comporterebbe un investimento da un miliardo e posti di lavoro – dice il deputato di Fi Giuseppe Milazzo – con i tornelli tutti pagherebbero il biglietto e si potrebbe rientrare delle spese, mentre il tram perde 30 milioni di euro e ci è voluta una Ztl di cui non conosciamo ancora il destino. Il Comune vuole sventare viale Strasburgo e rovinare i commercianti per costruire una infrastruttura già in perdita? Metteranno un’altra Ztl per trovare i soldi? È fantascienza, questa amministrazione vende solo sogni, si intesta meriti che non ha trovando per gli errori qualche altro colpevole. Il tram attualmente è solo a uno studio di fattibilità e la Sovrintendenza ha già dato il suo benestare alla Mal: quelle del Comune sono solo scuse”.

“Nello schema di massima del Prg la Mal deve essere prevista e su questo vigileremo, siamo pronti a presentare un emendamento – dice il capogruppo azzurro Giulio Tantillo – la metropolitana può risolvere i problemi dei trasporti a Palermo e per questo siamo contrari all’abbandono del progetto”.

“Il disegno della Mal presenta troppe criticità – ribatte però il capogruppo Pd Rosario Filoramo – troppo vicino e parallelo con il passante ferroviario che potrebbe essere la vera dorsale veloce sud-nord. Ma non bisogna rinunciare a una linea underground che attraversi la città dal lato mare. Il tram va completato e vanno congiunte le linee esistenti, ma non possiamo puntare solo sul tram che è un sistema di trasporto lento . Non è più il tempo delle divisioni ideologiche sui sistemi di trasporto. Palermo merita di più”.

“Siamo in una fase di pianificazione delle grandi opere per la mobilità – commenta il presidente della commissione Urbanistica Alberto Mangano (Mov139) – dobbiamo garantire un sistema efficiente che oggi è garantito da tramvie e metropolitane leggere. Prevede entrambe le soluzioni, Mal e tram, non è una presa in giro ma significa avere una visione realistica. La linea di tram più urgente è quella che completa il tratto Calatafimi-Orleans, collegando l’università e l’area degli ospedali. La linea monca del tram di viale Regione siciliana è il frutto di un compromesso della giunta Cammarata, visto che noi avevamo previsto i binari in corso Calatafimi. Sulla Mal dobbiamo porci il problema delle risorse finanziarie, per questo serve un ragionamento prudente che preveda i due stralci della metropolitana ma facendo i conti con le risorse, senza lasciare nulla di intentato. Non è una questione ideologica, ma il rapporto di costi fra tram e metropolitana è storicamente di uno a dieci”.


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