PALERMO – Dopo l’annuncio dello stop alle mense scolastiche, la capo area dell’assessorato alla scuola del Comune di Palermo, Maria Anna Fiasconaro, interviene spiegando che il servizio di refezione scolastica è sospeso per mancanza di fondi. Tante le cause: la fine della gara, la mancanza del bilancio e l’aumento dei costi a causa della normativa anti Covid.
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“Alla scadenza dell’affidamento del servizio triennale di refezione scolastica triennale spiega Fiasconaro -, per l’importo di 4.191.713,988 euro più iva, considerato che, in assenza di bilancio e risorse non è stato possibile avviare una nuova gara per il triennio 2021/2023, si è provveduto a utilizzare il Quinto d’obbligo, alle stesse condizioni previste nel contratto originario, per un importo di 838.342,80 euro più Iva, per 197.257 pasti. Considerato l’aumento dei costi a seguito della normativa anti Covid e l’aumento considerevole dei pasti che si è registrato soprattutto nell’ultimo trimestre, tale provvedimento ha potuto coprire il costo del servizio fino al 6 maggio”.
“Nel frattempo – prosegue l’illustrazione della capo area -, dall’inizio del mese di gennaio, si è data avvio alla gara 3 mesi + 3 mesi (per un importo di 603.694,47 euro più Iva per i primi 3 mesi) che sta per concludersi – prosegue la nota – e che ha subito una dilatazione in ragione dei limiti imposti dalla vigente normativa in materia, nonché dall’entrata in vigore del decreto legge 27 gennaio 2022, n. 4 che ha imposto la revisione/rimodulazione dei documenti della gara che sta per chiudersi”.
“Stamane, infatti, la commissione ha concluso le procedure di esame delle offerte; pertanto, nel corso delle prossime giornate – aggiunge la nota della dirigente – gli uffici procederanno alla definizione delle ulteriori procedure. Si sottolinea peraltro che, nelle more dell’espletamento di tale gara, per garantire la fruizione della refezione nelle ultime settimane di maggio, si è provveduto a richiedere un prelievo dal fondo di riserva e disposto un affidamento diretto”. “La già menzionata significativa crescita del numero dei fruitori giornalieri del servizio, registrata nell’anno scolastico 2021/2022 (da 1726 pasti giornalieri del mese di novembre ai 2450 pasti di questo mese di maggio), ha reso insufficiente tale affidamento diretto che non poteva travalicare la soglia prevista dalla legge di complessivi 139 mila euro”.