PALERMO – Assolti dopo dieci anni di processo perché il fatto non costituisce reato. Angelo Montalto e Carla Basile non sono responsabili dell’omicidio colposo di Fulvio Maiorca, morto nel 2014 in un incidente stradale sull’A19 all’altezza di Bagheria.
I due imputati, assistiti dagli avvocati Marco Di Maria e Pierluca Orifici, erano rispettivamente il guidatore e la proprietaria del carro attrezzi contro cui andò a sbattere la macchina di Maiorca.
I mezzi erano incolonnati per il traffico. La forca retrattile usata per prelevare i veicoli si sganciò, penetrò come una lama nell’abitacolo della Renault Mégane e uccise l’agente pubblicitario di 54 anni.
Nonostante sembrasse un sinistro causato dalla distrazione, un consulente tecnico della Procura di Termini Imerese aveva sostenuto che mancasse un “perno” sulla barra paraincastri del mezzo di soccorso. Ciò avrebbe potuto aggravare la dinamica dell’incidente.
Le perizie
Di perizie se ne sono aggiunte altre due. Quella disposta dal pubblico ministero e quella del consulente assicurativo. A fare la sintesi e giungere alle conclusioni è stato il giudice del Tribunale di Termini Imerese Alessandro Quattrocchi: “La causazione del sinistro stradale e univocamente da imputarsi alla condotta di guida gravemente imprudente e notevolmente negligente della vittima, la quale – a dispetto delle perfette condizioni di visibilita, che gli avrebbero dovuto consentire di avvedersi con adeguato anticipo
deIl’incolonnamento delle autovetture che lo precedevano, ivi incluso il furgone poi tamponato, che peraltro aveva azionato Ie quattro frecce onde segnalare l’arresto della marcia – procedeva ad una velocità di guida sostenuta (fra 46 e 90 chilometri orari) e inadeguata alle condizioni di viabilità del caso di specie, rallentata a causa di un pregresso incidente”.
Il perno mancante
A complicare la situazione il fatto che non indossasse la cintura di sicurezza e che l’airbag non si fosse azionato. Restava la questione del perno che non bloccava la forca retrattile.
Restava in ballo la questione della mancanza del perno. “Non è stato dimostrato da parte della pubblica accusa (il pm ha chiesto l’assoluzione ndr) che – scrive il giudice – avrebbe avuto attitudine salvifica consentendo di evitare il decesso del conducente della Renault Mégane”.