PALERMO – La prova regina è arrivata dall’esame del Dna. C’erano le tracce genetiche del vigile del fuoco Luigi Spera in un sacchetto dimenticato durante la fuga dalla sede della Leonardo spa dove pochi istanti prima era stata lanciata una bottiglia incendiaria. Spera è stato arrestato su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Claudio Camilleri, Renza Cescon e Giorgia Righi. Il giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio ha imposto l’obbligo di presentazione in commissariato a Marco Orestano e Domiziana Giergianni.
I poliziotti della Digos trovarono la busta di plastica sull’asfalto davanti al cancello della società in via Villagrazia. All’interno c’era un barattolo di vetro con un liquido di colore giallastro. Si trattava di una composizione a base di idrocarburi comunemente utilizzata nella composizione delle benzine.
Lo stesso sacchetto compariva nel video di rivendicazione dell’attentato incendiario pubblicato sulla pagina web del movimento “Antudo”. Da esso uno dei responsabili dell’attentato prendeva degli oggetti per poi lanciarli all’indirizzo della sede della Leonardo spa. C’è di più perché le telecamere di video sorveglianza piazzate in via del Capricorno hanno ripreso un uomo che trasportava il sacchetto azzurro. Indossava scarpe per tipologia, marca, modello e colore uguali ad un paio utilizzato da Spera.
Ci sono altre immagini che riprendono un gruppo più ampio di persone, alcune non ancora identificate (si erano date appuntamento nel centro social Ex Karcere in via San Basilio), che si avvicinano alla sede della Leonardo a piedi e con gli ombrelli aperti per nascondere il volto. L’azienda, che si occupa di tecnologia in ambito aerospaziale e di sistemi elettronici per la Difesa, è partner di governi e imprese. Il gruppo industriale sarebbe stato individuato quale simbolo da colpire per contestare la politica estera dell’Italia.