Palermo, violenza mafiosa: pestaggi in pieno giorno pure per l'auto

Esplode la violenza mafiosa: colpi di mazza anche per l’auto in doppia fila

I retroscena dell'ultima inchiesta

PALERMO – Quanta violenza e quanto degrado. A Porta Nuova agivano dei picchiatori di professione assoldati dai boss per mettere in riga chi non rispetta le regole mafiose. Altre volte la violenza è esplosa persino per un parcheggio in doppia fila.

Ne rimase vittima un giovane che aveva pensato di chiamare la polizia per fare spostare una macchina. Alessio Puccio, soldato del mandamento e collaboratore di giustizia, si è autoaccusato e ha tirato in ballo Francesco Zappulla (uno dei quattro arrestati del blitz di ieri), Stefano Comandè, Onorio Lipari (imputato per l’omicidio di Giuseppe Di Giacomo) e Giuseppe Incontrera (assassinato alla Zisa nel 2022).

“Colpi di mazza”

“… è finita che gli abbiamo dato colpi di mazza, è un ragazzo che assolutamente non ha niente a che fare con l’illecito, è stato soltanto punito perché aveva chiamato la polizia, perché nella zona funziona così, mai chiamare la polizia, se la chiami c’è subito la punizione immediata”, ha raccontato Puccio.

È solo uno dei casi riferiti dal collaboratore di giustizia perché Zappulla e Incontrera avrebbero pestato anche un pusher e il suo fornitore che avevano osato vendere droga fra piazza Ingastone e via Cipressi e cioè nel regno di Incontrera.

Punizione in carcere

Violenza fuori e dentro il carcere, dove lo stesso Zappulla assieme a Jari Ingarao avrebbero eseguito l’ordine del boss Calogero Lo Presti di punire Giuseppe Cusimano: “Quattro schiaffi per fargli chiudere la bocca… deve ringraziare che è vivo… che non è morto lui… perché doveva morire lui e per sbaglio è morto l’altro fratello”.

Giuseppe Cusumano è fratello di Andrea, assassinato fra le bancarelle del Capo. Per il delitto sta scontando 20 anni di carcere il nipote di Lo Presti, Calogero Piero.

“La pala in testa”

Ci sono episodi di più violenti di altri. Uno risalirebbe al 2014. Puccio ha fatto i nomi di Zappulla e di un un tale “Tonino Fardella… con la pala dei muratori appesa proprio in testa... nel vero senso della parola, proprio conficcata in testa e c’era…Tonino Fardella che buttava l’acqua a terra con la pompa e buttava il sangue nel tombino con la scopa perché c’era tutta via Regina Bianca insanguinata”.

Via Regina Bianca è una delle stradine del rione Zisa, a pochi metri dalle piazze dello spaccio, da via Principessa Costanza dove fu assassinato il boss Incontrera, e da via Guglielmo il Buono dove nel maggio 2023 si verificò l’ennesimo e violento pestaggio.

Pestaggio in pieno giorno

L’uomo che i carabinieri hanno identificato in Francesco Zappulla fu inquadrato da una telecamera in sella ad una moto Bmw Gs giungere davanti a un bar. Prese di mira un giovane. Calci, pugni. Continuava a picchiare anche dopo che la vittima era finita a terra. Il giovane con precedenti per rapina e spaccio di droga si alzò in piedi stordito. Aveva il volto tumefatto e sanguinante.

Erano le tre di pomeriggio in una città dove la mafia sa imporre le regole con la violenza. Una giungla di mafiosi e malacarne. Così emerge dallo spaccato ricostruito dall’inchiesta coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Gaspare Spedale.


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