PALERMO – “L’amico Lino non finisce mai di stupire: è un politico di lungo corso, capace, intelligente e con un fiuto al posizionamento da premio Nobel. Lino c’è sempre, e non è mai all’opposizione: era il vicepresidente di Totò Cuffaro, è stato l’uomo di riferimento della maggioranza di Raffaele Lombardo, adesso è l’inseparabile sostegno di Rosario Crocetta”. Lo dice Giovanni Panepinto, deputato regionale del Pd, tra gli esponenti “cuperliani” del partito, commentando l’intervista di Lino Leanza a Livesicilia, in una lettera aperta al leader di Articolo 4. “Oggi – continua Panepinto – lo scopro anche suggeritore del Pd siciliano. Ma dopo aver letto la sua intervista, credo che Gianni Cuperlo prima o poi presenterà una querela nei confronti chi usa impropriamente il termine “cuperliani”! Vorrei spiegare una vota per tutte che la nostra non è un’azione rivolta ad uno sterile ’no’, semmai stiamo tentando di correggere il tiro e dare un contributo all’attività di un governo regionale che appare sempre più un “monocolore democristiano”: sappiamo bene che molte difficoltà dell’esecutivo nascono da ipoteche gravi del passato, ma una grande responsabilità è anche figlia della mancata idea su quale debba essere il futuro della Sicilia nel prossimo decennio”.
Panepinto prosegue: “Leanza dice poi che i ‘cuperliani’ guidano tre commissioni. Che dire allora del gruppo parlamentare di Articolo 4, nato da scissioni e innesti, che conta su un bel po’ di incarichi: dall’assessore all’Agricoltura (che nelle quotazioni di Londra vale doppio) all’ufficio di Presidenza dell’Ars, giusto per dirne un paio”.
“Caro Lino – continua Panepinto -, vuoi sapere cosa non ci piace di questo governo? Parliamo per esempio dell’utilizzo dei fondi comunitari: non c’è stato nessun dibattito, nessun approfondimento con chi produce e chi rappresenta i territori. Si sono consumati in 48 ore alcuni passaggi formali con riunioni a cui non ha fatto seguito nulla. E come se non bastasse, il documento che avrebbe dovuto affrontare complessivamente ed organicamente la questione dello sviluppo della Sicilia, è stato di fatto snobbato. In fondo l’ha fatto anche il mio capogruppo, l’amico Gucciardi, che proprio il giorno del dibattito si è assentato dai lavori d’Aula. Il risultato? Lino lo sa bene: l’utilizzo dei fondi liberati dalla programmazione 2007-2013 non risponde alla necessità di dare slancio all’economia.”
Panepinto entra ancora nel merito degli ultimi passaggi in commissione: “Vogliamo parlare dell’iniziativa di Digiacomo sui ticket della sanità? Digiacomo ha fatto bene: meglio aiutare migliaia di famiglie a non dissanguarsi in costosissimi ticket che ostinarsi a sostenere uno spot su un fantomatico ‘reddito minimo’, che avrebbe avuto – o avrà – la stessa incisività (prossima allo zero) dei cantieri di servizio. Insomma, caro Lino, i “cuperlinai” non dicono “no”, i “cuperliani” fanno proposte: ad esempio chiediamo di rimettere in moto l’edilizia (da sempre il settore che più di altri che ha fatto aumentare l’occupazione) innanzitutto recuperando i centri storici con le risorse liberate”.
“Quanto, infine, alle “liti” del PD, che dire? Il mio partito – dice il deputato di Bivona – deve certamente ritrovare la sua centralità, e per quel che mi riguarda ho sempre sostenuto le ragioni dell’unità dei gruppi dirigenti. Ma nel frattempo abbiamo dovuto fare i conti con un fenomeno nuovo: quando un anno e mezzo fa abbiamo vinto le elezioni, tutto ci saremmo aspettati tranne che dover contrastare l’azione di un governo e di assessori impegnati quotidianamente, in ogni provincia, alla “caccia” a quella parte del PD che non è “democristiana” e asservita. Dunque, caro Lino, grazie per i consigli. Ma se posso permettermi di darti un consiglio anch’io – conclude Panepinto -, parla con il presidente Crocetta – che certamente a te darà ascolto – e prova a fargli capire che alla Sicilia serve un governo che voli alto, molto più in alto di così”.
Si era invece limitato a un tweet stamattina il segretario del Pd Fausto Raciti. “Chi ha fatto il governo senza il PD non può farci la paternale perché la regione è senza bussola. Basta #chiagneefotte“, ha scritto il segretario.