Paolo Borsellino, l'anniversario: i messaggi delle istituzioni

Paolo Borsellino, l’anniversario e il ricordo: i messaggi delle istituzioni

Le parole dei politici e degli esponenti della società civile
19 LUGLIO
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8 min di lettura

ROMA – “La tremenda strage di via D’Amelio, 57 giorni dopo l’attentato di Capaci, ha costituito l’apice della strategia terroristica condotta dalla mafia. Con atti spietati di guerra, si voleva piegare lo Stato e sottomettere la società. Le Istituzioni e i cittadini lo hanno impedito. Gli assassini a capo dell’organizzazione criminale sono stati assicurati alla giustizia, il sacrificio di chi ha difeso la legalità e la libertà è divenuto simbolo di probità e di riscatto. Ora il testimone è nelle mani di ciascuno di noi”.

Sono le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella nell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, che il Presidente ricorda “in un giorno di memoria e di impegno per la Repubblica”.

“Il primo pensiero è rivolto ai familiari dei caduti, al loro infinito dolore, alla dignità con cui, a fronte della disumana violenza mafiosa, hanno saputo trasmettere il senso del bene comune e hanno sostenuto la ricerca di una piena verità sulle circostanze e i mandanti dell’attentato. Questa ricerca è stata ostacolata da depistaggi – aggiunge Mattarella -“.

Il Capo dello Stato sottolinea che “il cammino della giustizia ha subito tempi lunghi e questo rappresenta una ferita per la comunità. Il bisogno di verità è insopprimibile in una democrazia e dare ad esso una risposta positiva resta un dovere irrinunciabile”.

“Paolo Borsellino, e con lui Giovanni Falcone, hanno inferto con il loro lavoro colpi decisivi alla mafia. Ne hanno disvelato trame e dimostrato debolezze, lasciando un’eredità preziosa, non soltanto per indagini e processi. Hanno insegnato che la mafia si batte anche nella scuola, nella cultura, nella coerenza dei comportamenti, nel rigore delle Istituzioni, nella vita sociale. Questi insegnamenti continuano a segnare il dovere della Repubblica”, conclude il Capo dello Stato.

Meloni: “Ricordiamo con rispetto”

“Oggi ricorre il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, un giorno che ha segnato profondamente la nostra Nazione. Ricordiamo con rispetto e commozione il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano e Claudio Traina, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia”.

Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni, ricordando che “il loro coraggio e il loro impegno per la giustizia e la legalità rimangono un faro di speranza e determinazione per tutti noi.

“È nostro dovere onorare la loro memoria continuando a combattere ogni forma di criminalità e difendere i valori di giustizia e libertà per i quali hanno dato la vita – aggiunge la presidente del Consiglio -. Il Governo italiano è fortemente impegnato nel contrasto alla criminalità organizzata. Per noi – aggiunge la presidente del Consiglio – la lotta alla mafia è una priorità assoluta, e non smetteremo mai di combattere per una società libera dalla paura e dall’oppressione mafiosa. La loro eredità ci spinge a rinnovare il nostro impegno nella costruzione di una società più giusta e sicura. L’Italia non dimentica”.

Fontana: “Ricordiamo il merito storico di Borsellino”

“A 32 anni di distanza le immagini, la memoria, le testimonianze della strage di via D’Amelio continuano a scuotere le coscienze. Sempre ricorderemo, con gratitudine, il merito storico di Paolo Borsellino, magistrato che, con Giovanni Falcone, ha onorato il Paese col proprio coraggio e con la ferrea determinazione nella lotta alla mafia, fino all’ estremo sacrificio. In questo giorno rinnovo la mia vicinanza alle loro famiglie, ricordando anche gli agenti della scorta – Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina – che morirono nel servizio alle istituzioni. Borsellino e Falcone hanno dimostrato che la criminalità organizzata non è invincibile e hanno creato nuovi metodi investigativi per perseguirla, lasciando un’eredità indelebile. Il loro esempio è un faro per il presente e per il futuro”. Lo dice il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, nel 32esimo anniversario della strage di via Mariano D’Amelio a Palermo.

Le parole di Renato Schifani

Lagalla: “Il mio pensiero va ai figli di Borsellino”

“A 32 anni dalla terribile strage di via D’Amelio – dice il sindaco di Palermo Roberto Lagalla – Palermo ricorda il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e dei 5 agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Un attentato che ha sconvolto Palermo e l’intero Paese e che ha rappresentato l’apice della sfida della mafia alle Istituzioni”.

“Da quel giorno – aggiunge il primo cittadino – è partita una forte e convinta risposta dello Stato e dei cittadini e quel sacrificio, così come quello del giudice Giovanni Falcone, ucciso 57 giorni prima, si è trasformato in simbolo di affermazione della legalità. Capi e assassini di cosa nostra sono stati arrestati ma, come ha ricordato oggi anche il Capo dello Stato Mattarella, la ricerca della piena verità su circostanze e mandanti dell’attentato è ostacolata da depistaggi”.

“Qui il mio pensiero va ai figli del giudice Borsellino, che proseguono la loro battaglia per fare luce sulla morte del padre, e ai familiari delle vittime di via D’Amelio. È a loro – conclude Lagalla – e alla società civile che si deve una completa e veritiera ricostruzione dei fatti”.

Tamajo: “Onoriamo il suo sacrificio”

Oggi, 19 luglio, ricorre l’anniversario della strage di via D’Amelio – dice l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo -, una data impressa indelebilmente nella memoria di tutti noi. In quel tragico giorno del 1992, il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta persero la vita in un vile attentato criminale e mafioso. Un colpo al cuore dello Stato e a tutti coloro che credono nella giustizia e nella legalità”.

Come assessore alle Attività Produttive e, soprattutto, come cittadino siciliano, sento il dovere di ricordare e onorare il sacrificio di Paolo Borsellino. Egli rappresenta un faro di integrità e coraggio, un esempio di dedizione incrollabile nella lotta contro la mafia. Il suo impegno – conclude – e la sua determinazione a difendere la giustizia sono una fonte d’ispirazione per tutti noi”.

Alberghina (Mpa): “Mantenere viva la memoria”

“Ricordare oggi, a distanza di 32 anni, l’anniversario della strage di via D’Amelio – dice Pina Alberghina, coordinatrice catanese del Mpa – e mantenere viva la memoria del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia appena 57 gg. dopo l’attentato di Capaci, significa non solo onorare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per un ideale di giustizia e legalità ma anche e soprattutto riaffermare la volontà di combattere questa piaga sociale con tutti gli strumenti possibili”.

“La politica ei suoi rappresentanti, di ogni livello – aggiunge la Alberghina – hanno per primi il dovere di agire come modelli di integrità e trasparenza, continuando a svolgere un ruolo guida nella lotta alla mafia e nella promozione di una cultura alla legalità che coinvolga tutti i cittadini, soprattutto in un momento in cui la globalizzazione ed i nuovi strumenti tecnologici richiedono un impegno maggiore e sempre più efficace nella lotta alla criminalità organizzata”. 

Germanà (Lega): “Borsellino eroe e simbolo”

“Ricordiamo tutti oggi, a 32 anni dalla strage di via D’Amelio, a Palermo, il giudice Borsellino e la sua scorta – gli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – vittime di quel vile e terribile attentato. Borsellino, eroe simbolo della lotta alla mafia, ha sacrificato la sua vita per combatterla”.

Così il senatore siciliano della Lega Nino Germanà, commissario regionale del partito.

“Per noi è e sarà sempre un esempio per il contrasto alla criminalità organizzata. L’auspicio è che, alla luce dei nuovi elementi emersi sull’indagine ancora in corso, – conclude Germanà – venga fatta presto chiarezza su quanto accaduto perché le vittime e i loro familiari meritano verità e giustizia”.

Faraone: “Dov’è la verità?”

“La verità. Dov’è la verità dopo 32 anni? Non esiste verità sugli autori della strage di via D’Amelio, dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli”. Lo scrive su X Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.

“Un ricordo amaro quando le istituzioni non hanno ancora trovato la verità e alcuni suoi uomini sono stati autori del vergognoso depistaggio. Una ferita aperta per il Paese, per la famiglia Borsellino e per tutte le persone oneste. Paolo Borsellino ci ha lasciato un’eredità importante, un vero e proprio testamento umano, noi non siamo stati ancora in grado di scoprire la verità. Che amarezza”, conclude.

Valastro: “Non arrendiamoci davanti alle zone grigie”

“Sono trascorsi 32 anni da quel 19 luglio 1992 – dice il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro -. Cinquantasette giorni dopo l’uccisione di Giovanni Falcone, un altro attentato di stampo mafioso sconvolse l’Italia. Una vera e propria strage quella consumata in via d’Amelio, a Palermo, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque membri della sua scorta, persone che quella stessa vita l’avevano dedicata agli altri, a restituire dignità e rispetto a donne e uomini oppressi dalle mafie”.

“Tanto Falcone quanto Borsellino avevano dimostrato che la mafia poteva essere sconfitta, dando a tutti noi un grande insegnamento: quello di essere donne e uomini capaci di vincere l’indifferenza, di non arrenderci davanti alle zone grigie della quotidianità, di non rassegnarci ma di lottare quotidianamente per un domani all’insegna del rispetto della dignità umana, un domani in cui nessuno usi più la paura come strumento di coercizione e controllo sulle persone”.

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