I "segreti finanziari" di Giambruno | La "contabilità" occulta del dirigente - Live Sicilia

I “segreti finanziari” di Giambruno | La “contabilità” occulta del dirigente

Il direttore del servizio Veterinario dell'Asp di Palermo, Paolo Giambruno

La ricostruzione, affidata ad esperti contabili, va ben oltre il sequestro deciso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale che ha colpito società e conti correnti riconducibili, secondo l'accusa, al dirigente del settore veterinario dell'Asp di Palermo. Nel suo pc trovati file catalogati alla voce "in nero". Ai raggi X i rapporti con il mafioso di Carini, Salvatore Cataldo.

PALERMO - IL SEQUESTRO
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PALERMO – Un vorticoso giro di affari e investimenti. Sono tanti i “segreti” finanziari di Paolo Giambruno su cui stanno cercando di fare luce gli investigatori che hanno portato via documenti e computer dall’abitazione e dall’ufficio del dirigente del Dipartimento veterinario dell’Asp di Palermo. La ricostruzione affidata ad esperti contabili va ben oltre il sequestro deciso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo che ha colpito società e conti correnti riconducibili, secondo l’accusa, a Giambruno.

I segreti potrebbero essere contenuti nei file del pc del dirigente dove i poliziotti della Digos avrebbero scoperto quella che viene definita “una contabilità occulta e parallela”. Vi sono annotate cifre che lo stesso Giambruno catalogava alla voce “In Nero” . Ce n’è abbastanza per fare dire ai pm Petralia, Ferrara e Bevilacqua – sono i magistrati che hanno chiesto e ottenuto il sequestro dei beni – che siamo di fronte “a non meglio specificate operazioni finanziarie, aventi come protagonisti Giambruno e Salvatore Cataldo”.

Sono proprio i rapporti fra il dirigente medico e l’uomo condannato per mafia ad insospettire i magistrati. Viene fuori la figura di un dipendente pubblico con il pallino per gli affari, incompatibili con l’incarico nell’azienda sanitaria provinciale. Il suo conto corrente ha movimentato in pochi anni qualcosa come “43 milioni di euro, sia in entrata che in uscita, con un picco nell’anno 2006, quando gli accrediti e gli addebiti di conto corrente superano, nell’anno, i 20 milioni di euro”.

Nel 2011 gli uomini della Digos perquisirono le sedi legali delle società “Penta Engineering Immobiliare srl” e “Carini Yachting spa” (la prima è fra le aziende sotto sequestro ndr) e la casa di Giambruno dove trovarono una serie di assegni intestati alle ditte DCC srl e A.J.F. srl, entrambe di Carini e riconducibili la prima a Cataldo e la seconda alla famiglia mafiosa dei Pipitone. Per altro Cataldo e Giambruno figuravano nella compagine societaria della Penta costituita nel 2004. Entrambi salirono a bordo dell’aereo che il 15 febbraio 2006 li condusse a Roma per la stipula del preliminare di compravendita di un terreno industriale a Carini. Sarebbero solo alcuni degli incroci fra Giambruno e Cataldo che ritroviamo soci nella Isilat srl che, sempre a Carini, ha stipulato negli anni una serie di compravendita di terreni e immobili.

Nel 2008 arrivarono le dichiarazioni del pentito del clan di San Lorenzo, Gaspare Pulizzi, ad inguaiare Cataldo, definito “vicinissimo alla famiglia mafiosa ed in particolare ai Pipitone”. Per Cataldo scattarono le manette che non fermarono, però, secondo l’accusa, “le relazioni” con il dirigente veterinario.

“È possibile ritenere che Giambruno ignorasse che Cataldo fosse quantomeno vicino a mafiosi della zona?”, se lo sono chiesti gli stessi investigatori. La risposta è contenuta anche nelle parole di un imprenditore di Carini, Massimo Carollo, pure lui indagato perché, in quanto titolare della Dolce Carollo srl, avrebbe ricevuto da Giambruno la soffiata sull’arrivo dei controlli dell’Asp sull’azienda dolciaria. Carollo nel 2012 disse agli inquirenti di avere messo Giambruno in guardia sulla caratura mafiosa di Cataldo. Non solo: dopo l’arresto dell’uomo considerato legato al clan di Carini, Giambruno si sarebbe rivolto al figlio Giuseppe per ristrutturare un capannone acquistato dalla Penta Engineering nella zona industriale di Carini. Segno, pure questo, che confermerebbe la continuità dal 2005 al 2013 dei rapporti e degli interessi fra Giambruno e Cataldo.


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