CATANIA – Grassetto sottolineato. Se avessero voluto evidenziare quelle frasi di più, le avrebbero dovute mettere tutte in maiuscolo. E forse sarebbe stato troppo per un atto amministrativo datato 10 agosto 2023 che, in teoria, dovrebbe servire a integrarne uno di ottobre 2022. Dieci mesi per decidere di ricordare alla Cimas Immobiliare che “è fatto obbligo di attenersi alle condizioni prescritte dai pareri” della Soprintendenza ai beni culturali di Catania e della direzione Urbanistica del municipio etneo. Un’attenzione extra per un progetto che di discussioni ne ha già attirate tante: è quello del “parking Monte Po“, di fronte all’ospedale Garibaldi di Nesima e nell’area su cui dovrà sorgere, problemi legati al definanziamento del Pnrr permettendo, il parco Monte Po-Vallone Acquicella.
La posizione strategica
Pochi giorni fa, col Ferragosto già in vista, la direzione Attività produttive di via di Sangiuliano ha integrato il permesso di costruire concesso a ottobre 2022 alla Cimas Immobiliare, la ditta dell’imprenditore Massimo Toscano, con sede a Misterbianco, che ha puntato un terreno potenzialmente remunerativissimo: l’ospedale Garibaldi di Nesima, dato il suo via vai continuo di pazienti e visitatori, assorbe facilmente ogni disponibilità di posti auto. Cimas ha, proprio di fronte al pronto soccorso del presidio ospedaliero, un terreno di 60mila metri quadrati pronti a ospitare un “parcheggio a raso“. Un progetto di “ristrutturazione urbanistica”, come l’ha chiamato l’azienda, che dovrebbe essere più complessa di una semplice area di sosta.
I fondi Pnrr persi
Anche perché, sempre nella stessa zona, c’erano da spendere, fino a poche settimane fa (fino al momento in cui, cioè, il governo ha deciso di tagliare i finanziamenti del Pnrr ai Piani urbani integrati e non solo), gli oltre 15 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza del futuro parco Monte Po – Vallone Acquicella. Parte di quei soldi, che adesso si sono volatilizzati e attendono di essere trovati di nuovo, avrebbe anche potuto essere usata per eventuali espropri: del resto, se al pubblico serve un terreno di proprietà di un privato, che alternative ci sono se non l’acquisto? Via Palermo, insomma, è all’improvviso diventata un centro d’interesse. Soprattutto dopo che l’associazione Argo, scoperto il progetto di costruzione approvato a ottobre 2022, ha cominciato a chiedere che l’attenzione della città si spostasse sulle aree adiacenti al corso del fiume Acquicella.
Il parere della Soprintendenza
A dirla tutta, che quell’area fosse importante la Soprintendenza ai beni culturali di Catania lo sapeva da tempo. Tant’è che nel suo nulla osta alla costruzione del parcheggio, già a luglio 2021, aveva ricordato che “nell’area interessata dal progetto è conosciuta la presenza di una struttura ad arcate pertinente a un acquedotto di età antica”. E che, “nella sommità del colle, è presente una struttura basilicale di presumibile età medievale“.
Per questo le attività di scavo, diceva la Soprintendenza, dovranno essere “eseguite sotto la sorveglianza di funzionari di questa unità operativa”. In altri termini: bisogna controllare che, in terreni già densi di punti di interesse noti, vengano preservati eventuali altri resti ancora non noti. Per essere più precisi: la possibilità è che vengano “alla luce resti o stratigrafie di interesse archeologico“.
Le prescrizioni dell’Urbanistica
A settembre 2022, era intervenuto anche il parere della direzione Urbanistica del Comune. Un altro “sì” alla costruzione, come quello della Soprintendenza, a sua volta vincolato ad alcuni adempimenti: intanto che il parcheggio diventi una zona di accesso privilegiata al verde pubblico retrosante. Cioè al futuro parco Monte Po-Acquicella. “Il parcheggio, – diceva l’Urbanistica – essendo di interesse pubblico, andrà assoggettato alle regole di utilizzo da concordare con specifica convenzione con il Comune“.
Per costruirlo, poi, sarà necessario l’allargamento di via Palermo a carico dell’azienda privata. Che dovrà occuparsi anche di collegarlo con l’ospedale Garibaldi tramite un sovrappasso pedonale “e con ascensori per i disabili“. Prescrizioni tutte contenute nel parere di competenza elaborato e inviato alla direzione Attività produttive un anno fa. Cioè un mese prima che le Attività produttive dessero alla Cimas il proprio assenso conclusivo.
L’integrazione dieci mesi dopo
Assenso che, però, vista l’integrazione del 10 agosto 2023, conclusivo non era. Giacché si aggiunge la prescrizione, improvvisa e ritardata di dieci mesi, di “attenersi” a quanto messo nero su bianco da Sovrintendenza e Urbanistica. Si tratta dell’unico atto amministrativo emesso nel 2023 in relazione al parcheggio. Una pratica che avrebbe dovuto essere chiusa da ottobre 2022 ma che, evidentemente, è ancora in discussione.