Assessore Edy Tamajo, si è magari pentito, a bocce ferme, di quel ‘teatrante’, termine con cui ha definito l’onorevole Ismaele La Vardera, nel corso di uno scontro all’Ars?
“In effetti, molti amici che lavorano nello spettacolo mi hanno rimproverato: perché metti in mezzo il teatro che è un cosa nobile?”.
Comincia così una chiacchierata con Edmondo, detto Edy, Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive. L’incipit rammenta un epico ‘duello’ sull’Italo Belga, la società che gestisce un tratto del litorale di Mondello. L’intero contesto è alla ribalta della cronaca e delle polemiche su presunte infiltrazioni mafiose. Dal canto suo, la società ha sempre ribadito di avere agito nella piena legalità e trasparenza.
Io mi riferivo a La Vardera.
“Il mio giudizio non voleva essere un insulto, ma è una conseguenza del suo atteggiamento in Aula. Noi rappresentiamo le istituzioni, dovremmo avere sempre contegno e serietà, senza cercare né il clamore, né la demagogia”.
La questione di Mondello è sul tappeto. Non si può negare.
“E chi la nega? Voglio chiarirlo subito: io sono contro la mafia e contro il malaffare. Non difendo niente e nessuno, a prescindere, ma non accuso senza prove. Il mio pensiero è differente: su storie del genere ci sono organi preposti a indagare, ad approfondire, a discernere. A loro dobbiamo affidarci. Le strumentalizzazioni non dovrebbero appartenere alla politica”.
Lei come la pensa, visto che Mondello è uno dei suoi territori elettorali più ricchi di preferenze?
“Mondello è certamente un territorio a cui sono legato, ma tengo a dire che il mio consenso non si è fermato lì: in tutta la provincia di Palermo sono stato il più votato. Ritornando alla sua domanda, non ci voglio entrare, per le ragioni che ho detto prima. Posso solo dire che, pur non emergendo allo stato attuale provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria o prefettizia che indichino rischi di infiltrazione mafiosa o irregolarità nei requisiti del concessionario, la Regione Siciliana, in un’ottica di massima vigilanza, ha disposto ulteriori accertamenti a tutela della legalità e della trasparenza amministrativa. Inoltre, sul tema delle presunte infiltrazioni mafiose, mi permetta di sottolineare ancora un punto, direttore”.
Prego.
“Sulla moralità e sull’antimafia sono assolutamente intransigente. Non ci sono sconti. Faccio politica da venticinque anni, non mi sono mai voltato dall’altra parte. Poniamo molta attenzione nello screening delle persone che vengono da noi. Mio padre mi ha insegnato l’onestà, mio nonno è stato per quarantadue anni commissario a Mondello, un posto che mi è caro anche perché è stato diretto dal dottore Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo, che stimo tantissimo. Chi cerca la pubblicità fa un altro mestiere, magari affermando assurdità”.
A cosa si riferisce, scusi?
“C’è chi scrive sui social che a Mondello pagano tutti il pizzo. Ma dove? Ma quando? Come si può dire una bestialità del genere? Tanti si riempiono la bocca, per un guadagno personale. Ci sono i famosi professionisti dell’antimafia. Ci sono quelli che hanno frequentato ambienti mafiosi e cambiano campo, quando si sentono accerchiati… La casistica è varia”.
Parlando ancora di Mondello, non è che borgata abbia offerto uno splendido colpo d’occhio questa estate. I problemi resistono.
“Non sono d’accordo, c’è tutta una serie di visibilissimi miglioramenti. Mi riferisco, per citare appena qualcosa, al pontile, alla riqualificazione presente e futura, alla messa in sicurezza di molte zone. Tutte attività caldeggiate dal sottoscritto e realizzate grazie alla sinergia tra Comune e Regione. Non sono contento della gestione degli spazi verdi e della passeggiata sul lungomare, è vero. Vorrei una borgata più viva. Ma c’è tempo per intervenire”.
Cambiamo inquadratura. Che la coalizione di centrodestra, in Sicilia, abbia qualche fibrillazione è perfino eufemistico dirlo. Lei, invece, che ne dice?
“Che è un centrodestra litigioso, ma tutto fa parte della dialettica politica con l’avvicinarsi delle elezioni. Sapremo farci trovare pronti all’appuntamento. Si litiga, ci si confronta, ci si scontra, ma alla fine si troverà la quadra nell’interesse della Sicilia. So di interpretare le idee della maggioranza”.
E Forza Italia?
“Noi siamo i meno inquieti. Forza Italia è il partito del presidente Schifani, abbiamo il dovere dell’equilibrio, della compattezza e della compostezza”.
Beh, non date sempre questa impressione. Ci sono interventi di conio differente. L’onorevole Giorgio Mulè, per esempio, è stato più volte critico sulle cose siciliane. Ritiene che potrebbe davvero tentare la candidatura per Palazzo d’Orleans?
“Ha già raccolto le firme? In ogni caso la mia opinione e quella della mia squadra non cambia: Schifani bis a Palazzo d’Orleans, Lagalla bis a Palazzo delle Aquile. E vedrà che andrà così”.
Un’altra vicenda cruciale chiama in causa la sanità sull’asse Iacolino-Firenze tra Asp e pianificazione strategica.
“Salvatore Iacolino è un grande professionista, una persona di ottima qualità che porta avanti un impegno strenuo. Uno così va salvaguardato e si comporterebbe bene in entrambe le designazioni”.
L’onorevole Manlio Messina, già di Fratelli d’Italia, (quasi) ogni giorno scrive un post ‘fuoco e fiamme’ sul presidente Schifani. Perché, secondo lei? C’è un fine politico?
“Manlio mi è simpatico, lo apprezzo. Credo che stia vivendo un momento di nervosismo e che reagisca con la pancia, con poca lucidità. Quando non sei lucido, commetti degli errori”.
Focalizziamoci su Palermo, tema sicurezza. Bastano le zone rosse?
“Parlo da padre di figli che la sera escono. Non sono tranquillo, come nessun padre o nessuna madre possono esserlo. Vivo uno stato d’ansia, perché la condizione di sicurezza assoluta non c’è. Da genitore avverto il degrado. I ragazzi seguono le fiction sulla criminalità, guardano ‘Gomorra’ e ‘Mare Fuori’. Cosa possono imparare? Poi ci sono i social il cui uso andrebbe limitato. Servono misure forti a livello nazionale”.
L’uso indiscriminato dei social è un problema urgente, dunque?
“Sì. Qualcuno se l’è presa pure con me con accuse assurde. Stavolta, intendo querelare e chiedere il risarcimento. Ho già individuato circa 150 soggetti e procederò”.
Lei, assessore, che progetti ha per sé?
“Ogni giorno sono in assessorato a lavorare, a mettere su interventi, a discutere di cooperazione, di Pnrr, di aree artigianali… Sono ancora qui, dalla mattina, mentre stiamo chiacchierando”.
Mi riferisco al suo futuro politico.
“Io sono una persona molto generosa, qualcuno, come mia moglie, me lo rimprovera e forse ha ragione. Avevo un seggio pronto a Bruxelles. Mi sono dimesso per favorire il passaggio dell’onorevole Caterina Chinnici che è un’icona dell’antimafia, come Rita Dalla Chiesa, entrambe in Forza Italia. Non ho chiesto niente, né a Tajani, né a Schifani. Magari, un giorno, non sarò più un politico”.
Allenerà la Parmonval, squadra di Mondello?
“Meglio il Palermo”.
Suvvia, assessore..
“Qualcosa certamente farò, come è certo che qualcuno mi deve qualcosa”.

