Sempre attuale il sogno di diventare, prima o poi, l’allenatore del Palermo?
“Mi lasci essere un po’ presuntuoso, tra me e Pippo Inzaghi non c’è poi tutta questa grande differenza. Naturalmente scherzo, però…”.
Ride della battuta, al telefono, Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive. Il calcio, da giocatore che sfiorò ardite imprese, rappresenta il suo palcoscenico originario. Adesso lui dice di volere portare “lo spirito di squadra” ovunque. Magari anche in Forza Italia, il partito del presidente Schifani e dello stesso Tamajo.
Cominciamo dall’assessorato.
“Sono molto contento del bilancio per tutte le risorse a disposizione che abbiamo, come si dice in gergo, ‘messo a terra’ con i bandi e con le attività. Stiamo facendo il possibile per aiutare tante aziende a innovarsi, a rafforzare le digitalizzazioni, a scommettere sul capitale umano. Abbiamo fatto tutto nel giro di pochi mesi. Questa è la politica che mi piace: quella rivolta al territorio, senza populismo, né retorica. Valorizzo il gioco di squadra”.
Lei è un uomo squadra, dunque? Qualcuno la ritrae come un solista.
“Sì, sono un uomo squadra perché così si fa la differenza. In politica, da solo, vai a sbattere. Io cerco di creare uno spogliatoio che funzioni. Si può anche litigare, ma conta uscirne compatti, senza sbavature”.
A proposito di mancata compattezza, che idea ha della manovrina con i franchi tiratori?
“Sono temi che non mi appassionano, credo nei risultati. I tatticismi del messaggio trasversale in Aula non rientrano nell’orizzonte delle cose che considero. I cittadini hanno bisogno di risposte e del voto palese, non segreto, per valutare le azioni di ognuno. Certo, c’è un malessere in alcuni settori della maggioranza, non si può negare”.
Come se ne viene a capo?
“Sono convinto che il presidente Schifani trarrà la giusta sintesi positiva e che opererà al meglio come è accaduto in ogni occasione”.

C’è malessere anche in Forza Italia?
“Ma no… I partiti vivono di confronto e dibattito. Forza Italia è una realtà solida, lo dimostrano gli ultimi risultati elettorali in Sicilia. Interpreta al meglio i valori dei cattolici, dei riformisti e dei liberali. E’ la destra che ha consensi. Alle volte…”.
Alle volte?
“Succede che qualcuno parli con i comunicati stampa, con le interviste. Ecco, vorrei che si discutesse nello spogliatoio, mutuo un altro termine calcistico. Le interviste e le punzecchiature pubbliche non fanno il bene del partito”.
Qual è la sua opinione sull’inchiesta e sul cosiddetto ‘caso Galvagno’?
“Sono fermamente garantista. Ci sono state persone massacrate sui giornali e poi assolte dopo dieci anni”.
Tornando a Forza Italia, c’è una novità: i congressi per eleggere i coordinatori regionali.
“Mi pare una svolta storica. Condivido in pieno. Ci misureremo sul campo. Dico subito che io non sono interessato, sto bene dove sto. Ovviamene, resto a servizio del partito. Sono un uomo di partito, l’ho dimostrato lasciando il seggio in Europa a Caterina Chinnici che è il nostro faro della lotta alla mafia”.
La riconferma della candidatura del presidente Schifani, per lei, rimane scontata?
“Scontatissima. Il presidente sta lavorando bene e ha già risolto problemi che da molti anni meritavano una risposta. C’è chi lo critica, dimenticando che quando gli oppositori di oggi erano al governo non hanno realizzato niente. C’è una rinnovata attenzione al mondo produttivo, c’è la soluzione per i rifiuti con i termovalorizzatori, c’è la Cts (la commissione tecnica specialistica, ndr) che finalmente funziona, ci sono i precari stabilizzati, i dissalatori. Davvero, non capisco le obiezioni”.
Lei, dai suoi interventi, appare molto preoccupato per via degli episodi di violenza a Palermo.
“Sì, lo sono, non solo come politico, ma anche come padre. Ci vuole una scossa culturale, nel frattempo è necessario imporre il ripristino delle regole, con la mano dura, quando occorre. La costruzione di un clima migliore deve andare di pari passo con una seria attività di repressione”.

Come valuta l’operato della giunta Lagalla?
“Sosteniamo il professore e io sono stato il primo a ricompattare il centrodestra alle scorse elezioni. Ha fatto un buon lavoro, ma pure lui sa che si deve fare di più, soprattutto nel settore dei servizi, per rendere la città vivibile per i residenti e attrarre sempre più turisti”.
Luci e ombre?
“Il sindaco ha trovato macerie economiche e amministrative. E’ stato eccellente nella sistemazione dei conti e nel dare una prospettiva. Vorrei che avesse un maggiore polso, in certi aspetti, ecco”.
Ma non è che Edy Tamajo, come si sussurra, sta facendo un pensierino per Palazzo delle Aquile?
“Non so se la carica di sindaco, un giorno, rientrerà tra i miei obiettivi. Per ora c’è Roberto Lagalla, la persona migliore per il ruolo”.

