CATANIA – Nuova udienza del processo che vede imputato Angelo Lombardo per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. A differenza del fratello Raffaele, che in primo grado ha optato per il rito abbreviato, l’ex deputato nazionale del movimento autonomista affronta il rito ordinario. Ascoltati Francesco Ercole Jacona (detto Ercolino) e Claudio Indelicato, quest’ultimo, sul presunto pestaggio subito da Angelo dichiara: “Voce messa in giro da Firrarello”.
Ascoltato in video conferenza Francesco Ercole Jacona, già esponente di cosa nostra nissena adesso collaboratore di giustizia. Da imputato di reato connesso e collegato, non si è avvalso della facoltà di non rispondere. In sostanza Jacona – che durante l’udienza odierna ha risposto alle domande della pm Agata Santonocito e Antonino Fanara – conferma quanto già riferito nel corso dell’indagine Iblis, inchiesta madre dalla quale derivano i processi a carico di Raffaele e Angelo Lombardo. La storia criminale di Jacona inizia nel 1987 quando fu “avvicinato” per poi essere definitivamente affiliato nel periodo tra il 1992 e il 1993. Rimasto organico a cosa nostra nissena fino a metà del 2008, nel 2007 intrattiene rapporti con Maurizio La Rosa, definito da Iacona “responsabile di Gela” il quale, “gestiva i detenuti”. Il contatto tra i due avvenne in occasione della campagna elettorale per il comune che ospita il complesso petrolchimico. “Mi cercò lui – dichiara Jacona – Salvatore Seminara ( boss dell’ennese nda) gli aveva fatto il mio nome, ma lo incontrai dopo aver preso informazioni”.
“Mi chiese di appoggiare Enzo Cirignotta – continua il teste – suo cognato poteva favorirci visto che lavorava al Comune”. Se non risulta ben chiaro che tipo di “appoggio” venisse richiesto – oltre ai soldi resi disponibili per pagare gli attacchini – più nitido sembra il ricordo riferito a ciò che Maurizio La Rosa gli confidava durante i frequenti incontri. I progetti per l’espansione delle attività relative a traffici di droga e alle estorsioni – secondo quanto riportato da La Rosa a Jacona – includevano la figura di Francesco La Rocca della famiglia di Cosa Nostra di Caltagirone. Ed è questo il punto in cui viene citato il presunto legame con il politico di Grammichele: “ Raffaele Lombardo era tenuto per mano da La Rocca”. Queste le parole riferite in udienza da Francesco Ercole Jacona.
E’ il turno dell’avvocato Claudio Indelicato, penalista e militante del movimento per l’autonomia. Pochi i rapporti riferiti in udienza con il “dominus” Raffaele Lombardo, mentre frequenti quelli con il fratello Angelo, con cui stringe anche un “sincero rapporto d’amicizia”. L’impegno con il movimento era costante: le visite alla segreteria di Angelo, le campagne elettorali. Tuttavia l’avvocato non si iscrisse mai al movimento. Un’esperienza da amministratore al comune di Motta Sant’Anastasia, durante la quale incontrò – tra i tanti uomini ascrivibili ai “quadri” del movimento – anche Giovanni Barbagallo. “In quell’occasione – racconta l’avv. Indelicato – Angelo Lombardo mi sconsigliò di fare promesse al geologo Barbagallo, proprio perché era uno che avrebbe preteso incarichi per le perizie”.
Tanti “non ricordo” sul presunto pestaggio subito da Angelo Lombardo riportato dal collaboratore Eugenio Sturiale. Il motivo dell’aggressione, sempre secondo le dichiarazioni del collaboratore, sarebbe stato il mancato adempimento degli accordi elettorali, i quali, – sempre secondo il racconto di Sturiale del 2012 – furono discussi con Raffaele e Angelo Lombardo. “ Quando andai a trovarlo all’ospedale Cannizzaro – dichiara Indelicato interrogato dai pm Agata Santonocito e Antonino Fanara – non mi sembrò dolorante, e non mi ricordo segni o lividi in viso, la voce di quest’aggressione – conclude Indelicato – venne messa in giro da Firrarello”.
Da passare in rassegna ancora tanti testimoni: il collaboratore Gaetano D’Aquino, il boss Rosario Di Dio, Giovanni Barbagallo e Vincenzo Aiello, quest’ultimo, inoltre, chiamato a testimoniare dalla stessa pm Santonocito nell’ambito del processo d’Appello a Raffaele Lombardo.