PALERMO – Passata la marea elettorale, inizia il periodo di formazione del Parlamento e del nuovo governo. Un iter scandito da passi precisi: la XVIII Legislatura della Repubblica inizierà ufficialmente il 23 marzo con la prima seduta delle nuove Camere, mentre per il giuramento del nuovo governo si dovrà aspettare la prima metà di aprile.
I nuovi deputati e senatori inizieranno a registrarsi in Parlamento già dall’8 di marzo, svolgendo gli adempimenti burocratici come la consegna del tesserino. I giochi però entreranno nel vivo il 23 marzo, data in cui è stata convocata la seduta inaugurale della Legislatura. I criteri su chi debba presiedere il primo appuntamento sono diversi a seconda dell’assemblea: al Senato vale quello dell’anzianità, e dunque a presiedere la prima seduta di Palazzo Madama sarà Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica e senatore a vita. Alla Camera dei deputati toccherà a Luigi Di Maio, in quanto vicepresidente nella passata legislatura.
Durante la prima seduta inizieranno i lavori per l’elezione dei nuovi presidenti. Nel caso del Senato, dopo tre votazioni in cui è richiesta la maggioranza assoluta si andrà al ballottaggio tra i due candidati più votati. Alla Camera invece serve la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, poi la maggioranza assoluta, e si andrà avanti così fino a che non ci sarà un accordo su un nome. Nel frattempo si formeranno i gruppi parlamentari: entro il 25 marzo ogni parlamentare dovrà comunicare a quale gruppo vuole appartenere, ed entro il 27 ogni gruppo dovrà eleggere il proprio presidente.
A questo punto il primo ministro Paolo Gentiloni rassegnerà le dimissioni e partiranno le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al Quirinale saliranno i presidenti delle Camere, l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano e i rappresentanti dei gruppi parlamentari. Terminati i colloqui Mattarella deciderà le proprie mosse: potrà dare un incarico esplorativo, se la situazione tra le forze politiche fosse confusa, o un incarico pieno per formare il nuovo governo. Nel frattempo Gentiloni rimarrà in carica per gli affari correnti. Se il primo ministro incaricato scioglierà la riserva allora presenterà la lista dei ministri al presidente della Repubblica e andrà alla Camera e al Senato per il voto di fiducia. Se invece ci fosse una rinuncia, Mattarella darà il via a un nuovo giro di consultazioni. Una volta ottenuta la fiducia dei due rami del Parlamento il governo potrà cominciare il suo lavoro.