Un "brodino" annacqua l'illecito | Il Parma sbaglia, il Palermo paga - Live Sicilia

Un “brodino” annacqua l’illecito | Il Parma sbaglia, il Palermo paga

La sede dalla Figc di via Allegri a Roma

La sentenza sportiva sul club ducale condanna gli emiliani… alla serie A. E i rosa stanno a guardare

PALERMO – Il calcio metafora della vita reale. Dentro e fuori dal rettangolo verde di gioco. La questione meridionale, il Paese che viaggia a due velocità, i flussi di denaro e la politica degli investimenti che da secoli relega il Sud e la Sicilia ai margini non solo dei confini italici, non sono materie che attengono solo ai libri di storia e di economia. Il calcio, chi lo governa e gli organi di giustizia sportiva che dovrebbero assicurare pari dignità e trattamento in tema di rispetto delle regole, non fa eccezione. E il gioco più bello del mondo perde un altro pezzo di credibilità in un ambito in cui il motore principale dovrebbe essere la passione dei tifosi e il rispetto delle regole.

La sentenza di primo grado sul “caso Parma-Spezia” è un “brodino” che nulla ha a che vedere con la giustizia e l’equità. E lo diciamo senza giri di parole. A decidere il destino di ducali e (di riflesso) siciliani è stato un giudice che ha scelto pilatescamente di non riscrivere la storia della stagione 2017-2018 in cui si è verificata un’irregolarità. Un giudice che ha condannato il Parma e un suo tesserato (Emanuele Calaiò dovrà stare fermo due anni) certificando che un tentativo di illecito nel campionato di serie B appena concluso c’è stato, ma la pena i ducali la sconteranno in una stagione non viziata da alcun illecito. Così, gli emiliani, da condannati, godranno dei benefici economici e di immagine derivanti dall’approdo nel massimo campionato, mentre il Palermo dovrà combattere un altro anno, e senza i soldoni dei diritti tv che assicura la militanza in serie A, nel campionato cadetti. Il popolo rosanero, anche se siamo in presenza di una decisione di primo grado che deve ancora passare al vaglio di un giudice d’appello, se ne faccia una ragione: il Palermo non ha peso politico né gode di simpatie al vertice del calcio italiano. Sin dai tempi della dolorosa radiazione.

Siamo lontani dal voler portare sul terreno del piagnisteo o del semplicistico campanilismo nord sud la questione del giorno. Ma è evidente che la sentenza del tribunale della Figc crea un precedente pericoloso per la credibilità del movimento calcistico. Un verdetto che autorizza da oggi un club a commettere o a tentare di commettere un illecito sportivo in un campionato senza temere una pena da scontare nel torneo viziato da quel tentativo di illecito. Una decisione che fa il paio con quella presa qualche settimana fa, sempre con il Palermo parte interessata e lesa, quando sul banco degli imputati c’era il Frosinone per il lancio di palloni in campo durante un’azione di attacco dei rosa nel match return della finale playoff. Una multa ed è tutto passato, con buona pace di migliaia di tifosi palermitani condannati ancora una volta a subire e a vivere un’estate di rimpianti.


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