Nelle partecipate nomine “vintage” | E spunta anche l’orma di Lombardo - Live Sicilia

Nelle partecipate nomine “vintage” | E spunta anche l’orma di Lombardo

Nelle spa e negli enti regionali uomini che hanno già svolto incarichi nel segno di Forza Italia o dell’Mpa.

PALERMO – Le nuove nomine profumano di passato. E così, se il quadro complessivo ripresenterà le stesse sfumature delle prime pennellate, non si potrà non parlare di “restaurazione”. Alla guida delle società regionali, infatti, ecco che arrivano nomi e cognomi noti. Che hanno puntellato una precisa stagione politica. Nomine “vintage”, insomma. Con amministratori ripescati da un’era non così lontana. Nella quale Forza Italia da un lato e Raffaele Lombardo dall’altro hanno rappresentato i due poli del potere siciliano.

E in realtà, questi due poli si fondono nella figura di Marcello Caruso, scelto per guidare la Sas, una delle società partecipate più importanti della Sicilia, con i suoi duemila dipendenti e gli appalti con le aziende sanitarie e i siti culturali ai quali l’azienda fornisce addetti alle pulizie e custodi. Caruso è considerato uomo storicamente vicino a Renato Schifani, e con Forza Italia (o le diverse denominazioni di quel partito) è stato assessore due volte: alla Provincia nella giunta di Francesco Musotto e al Comune con il sindaco Diego Cammarata. Che poi lo vorrà anche alla guida di Amia, l’azienda che si occupava di raccolta rifiuti, prima di fallire. Ma nella storia politica di Caruso c’è anche l’orma di Raffaele Lombardo al quale il politico si avvicinò nella seconda parte di quella legislatura. E nel Movimento per le autonomie, Caruso avrà anche ruoli di responsabilità non secondari, come quello di coordinatore a Palermo del partito del governatore. Lo stesso governatore che lo volle anche alla guida dell’Istituto regionale Vino e Olio. Siamo negli anni tra il 2010 e il 2012.

A volte ritornano, insomma. E non c’è poi neanche nulla di strano. L’alternanza dei governi si traduce spesso, spessissimo, nell’alternanza dei sottogoverni. E così, a capo di un’altra azienda-chiave della Regione, l’Ast, arriva Gaetano Tafuri. Autonomista convinto, dell’Ast fu anche vicepresidente. Fedelissimo di Lombardo, fu in passato anche alla guida della Ferrovia Circumetnea, il secondo ente appaltante di Sicilia, dopo Anas. Un lombardiano di ferro che l’ex governatore nel 2013 provocatoriamente indicò come proprio sostituto nella lista al Senato del “Partito dei siciliani” per protestare contro quella legge elettorale. Protesta poi rientrata. Come è rientrato, appunto, Tafuri, avvocato noto e discendente di una famiglia di giuristi e magistrati, nell’Ast di cui fu, come detto, il vice. Adesso quel posto di vice verrà invece ricoperto da Eusebio D’Alì. Anche in questo caso si tratta di un “fedelissimo”. E per capire a chi è politicamente legato, basta dare una occhiata al titolo di un suo libro pubblicato nel 2011: “La forza di Miccichè”. E dell’attuale presidente dell’Ars, Dalì è stato anche a lungo portavoce.

Forza Italia e Lombardo, insomma, “marchiano” le nomine alla Regione. Non soltanto nelle società partecipate. A capo di un importante ente regionale come l’Aran, che gestisce i rapporti contrattuali con i dipendenti della Regione, è andato Accursio Gallo. Avvocato affermato è politicamente non è distante da Riccardo Savona che qualche anno fa mise in piedi il Movimento popolare siciliano, a sostegno del governo di Lombardo. E in una delle giunte dell’ex governatore di Grammichele entrò proprio Gallo, per occuparsi di Formazione professionale negli ultimi mesi dell’esperienza del presidente autonomista.

Restano adesso da riempire le ultime caselle nell’universo delle partecipate. E anche in questo caso, spesso i nomi tornano dal passato. È il caso di Giuseppe Di Stefano, avvocato anche lui vicino a Savona, che con Raffaele Lombardo è stato per anni alla guida di Sas. Adesso, per lui potrebbe aprirsi il consiglio di amministrazione della Seus, l’importante azienda regionale che gestisce il servizio del “118”. Ma su questa nomina sembra oggi essere in corso un “braccio di ferro”. L’area politica che fa capo al governatore Musumeci, infatti, potrebbe puntare su un nome nuovo, stavolta. Non per forza siciliano, per guidare quella che potrebbe trasformarsi presto in una azienda non troppo diversa dalle aziende sanitarie siciliane. Si vedrà. Intanto, i primi tratti del quadro sono chiari. Nomine “vintage” e tanti ritorni. Una sottogoverno che profuma di restaurazione.


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