PALERMO – Sulla spendig review sarà battaglia in aula. Il tentativo della commissione guidata da Riccardo Savona di ridurre il taglio alle indennità non è piaciuto al Partito democratico e al Movimento 5 Stelle, gli unici due gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale che hanno votato contro l’approvazione della bozza di legge esitata ieri dalla commissione parlamentare speciale. “Presenteremo emendamenti”, è stato l’annuncio di queste ultime ore. Insomma, non è finita qui.
E l’ex presidente della commissione Antonello Cracolici annuncia: “In aula presenterò di nuovo il testo che porta la mia firma”. Aveva lasciato l’incarico dopo aver denunciato le “resistenze” di alcuni deputati a portare avanti i tagli previsti dal decreto Monti, l’ex capogruppo del Partito democratico, perché non voleva “metterci la faccia”. “Una presa per i fondelli”, l’hanno chiamata i deputati Cinquestelle, un testo che, in sostanza, non ha “nulla a che vedere con il decreto Monti”. E questo perché il decreto prevede di equiparare l’Ars a tutti gli altri Consigli regionali d’Italia, mentre invece ieri in commissione i parlamentari di Udc, Pdl, Drs, Megafono, Pds, Lista Musumeci e Articolo 4 hanno votato per mantenere in vigore la legge che collega, in sostanza, il Parlamento regionale al Senato. Indennità comprese.
Ma “difendere lo Statuto – ha detto il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi, anche lui componente della commissione per la ‘Spending review’ – non significa difendere i privilegi dei parlamentari”. La legge, quindi, si proverà a modificarla una volta approdata a Sala d’Ercole, in seduta pubblica e non nei caminetti della commissione. Una posizione condivisa anche dai deputati del 5 Stelle. “Si doveva usare l’accetta – hanno detto – e si è ricorso al tagliaunghie, con tagli minimi che lasciano nell’isola gli stipendi più consistenti di tutte le altre regioni d’Italia e che faranno additare la Sicilia ancora una volta come modello da evitare”. Pd e Movimento 5 Stelle, quindi, restano fermi nelle loro posizioni. E annunciano “battaglia in aula”. “Presenteremo emendamenti – hanno fatto sapere entrambi i gruppi – : non è finita qui”.