Parto gemellare, uno dei figli muore |Altra inchiesta sul Santo Bambino - Live Sicilia

Parto gemellare, uno dei figli muore |Altra inchiesta sul Santo Bambino

Il parto è avvenuto un anno fa. La ginecologa è una di quelle coinvolte nel caso di mamma Deborah. Il padre aspetta di conoscere la verità su quanto accaduto.

CATANIA – Quando ha letto il nome di Gina Currao sui giornali è stato come se il piccolo Alessandro fosse morto una seconda volta. Walter è un giovane papà che sta aspettando di conoscere la verità giudiziaria su quanto accaduto durante un parto gemellare eseguito all’Ospedale Santo Bambino circa un anno fa. Scherzo del destino la ginecologa che ha operato la moglie è una delle dottoresse destinatarie del provvedimento cautelare eseguito qualche giorno fa per i presunti tracciati “taroccati” a mamma Deborah.

L’incubo di Walter e Maria Agata ha una data precisa: il 9 settembre 2015. “Intorno alle 10 e 30 sono stato convocato dall’ostetrica che mi ha detto che aveva una bella e una brutta notizia” – racconta con gli occhi bassi Walter. La brutta notizia era che il primo nascituro, Alessandro, era morto dopo il parto avvenuto alle 10.20 del mattino. Stava e sta invece bene Francesco, l’altro gemello, diventato il centro del mondo dei due giovani genitori. Un’ora dopo il parto (che era un parto programmato) avviene l’incontro con la ginecologa che motiva il decesso “per uno strozzamento da cordone ombelicale”. Il piccolo si sarebbe spostato tanto da assumere una posizione che avrebbe causato il soffocamento.

Walter ha iniziato a porsi mille domande. “Io ho sentito che c’era qualcosa di strano e ho presentato una denuncia ai carabinieri” – aggiunge. A quel punto è stato aperto il fascicolo da parte della Procura di Catania e il pm Angelo Brugaletta ha disposto il sequestro della cartella clinica ed ha conferito l’incarico al medico legale per lo svolgimento degli accertamenti irripetibili. L’autopsia sul piccolo Alessandro si è svolta alla presenza anche dei consulenti nominati dagli indagati e dalle parti offese.

“Noi abbiamo nominato Eduardo Tusa come consulente di parte – afferma l’avvocato Maria Fallico, legale dei genitori – che ha partecipato alle operazioni peritali. A suo modo di vedere il nascituro era già morto da almeno tre giorni rispetto al 9 settembre e quindi i tracciati che erano stati eseguiti non si comprende a cosa si riferissero e a quale dei due bambini a questo punto”. La madre infatti era stata sottoposta a due tracciati al Santo Bambino prima del giorno del parto programmato. Il primo il 2 settembre 2015. “Mia moglie aveva vomitato – racconta Walter – e abbiamo voluto fare un controllo, ma ci è stato detto che era tutto regolare”. Un altro il 5 settembre 2015 dove non si evinceva alcun problema e l’ultimo un’ora prima di entrare in sala parto. Anche questa volta tutto regolare. I due gemelli erano in due sacche diverse. Potrebbe essere stato questo (ma resta assolutamente un’ipotesi) a salvare la vita alla mamma e al fratellino.

“La nostra speranza è che non si ripropongano gli stessi comportamenti nei confronti di altri genitori. Noi abbiamo fiducia nell’operato della Procura” – conclude l’avvocato Fallico. “Aspettiamo che la magistratura chiarisca questa vicenda” – le fa eco Walter. “Ma se un’ora prima nel tracciato risultava che andava tutto bene come è possibile che hanno estratto un cadavere?” – questo l’interrogativo che martella da oltre un anno il giovane papà.


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