Paura per uno chef palermitano| Aggredito con la sua famiglia - Live Sicilia

Paura per uno chef palermitano| Aggredito con la sua famiglia

Roberto Lombardo, chef che organizza diversi eventi in città, racconta di essere stato fermato da due uomini su un furgone. "Hanno detto che non mi ammazzavano perché c'erano mia moglie e mio nipote, poi hanno lanciato una grossa pietra sull'auto, non colpendo il bimbo solo per miracolo". Ha denunciato tutto ai carabinieri.

NELLA ZONA DI CARINI
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CARINI (PALERMO) – Doveva inviare un plico tramite il corriere espresso, niente di più semplice. E così stava per arrivare a Carini, da Dhl, la compagnia di trasporti che si occupa di spedizioni in tutto il mondo. La sua giornata si è però conclusa con rabbia e paura. Una tragedia sfiorata per Roberto Lombardo, chef palermitano che organizza diversi eventi in città: secondo il suo racconto, infatti, due uomini a bordo di un furgone, dopo avergli quasi tagliato la strada sarebbero scesi dal mezzo insultandolo, per poi colpire la sua auto con una grossa pietra.

“Il risultato di quello che è successo è nella fotografia – spiega lo chef -. Un episodio terribile, che poteva trasformarsi davvero in tragedia. A bordo della mia Citroen C3 c’erano mia moglie e mio nipote di cinque anni che dormiva, il vetro ridotto in frantumi è finito tutto su di lui. Se fosse stato colpito non so come mi sarei comportato, visto che ho già fatto fatica ieri a non reagire di fronte a due persone che non conoscevano limiti”.

Lombardo racconta che erano le 17,35 di venerdì pomeriggio quando sulla strada statale di Carini, stava per girare a sinistra, con freccia già azionata, per raggiungere l’area in cui si trova Dhl: “Mi sono però fermato perché dallo specchietto retrovisore ho visto avvicinarsi, a tutta velocità, questo furgone con cassone e gru a braccetto che lampeggiava come un matto. Mi ha quasi travolto e dio ho chiesto cosa stesse succedendo. Chi era alla guida ha cominciato a riempirmi di insulti dandomi del “cornuto”.

Io ho proseguito per la mia strada, ma dopo una decina di minuti l’ho di nuovo visto dietro di me. Un uomo di almeno 50 anni ed un ragazzo di 20 mi stavano inseguendo. All’improvviso mi hanno bloccato al quadrivio che si trova prima di entrare da Dhl e sono scesi dal mezzo. Avevano l’aria minacciosa e, quando ho chiesto loro cosa volessero, hanno cominciato a strattonarmi, a spingermi mettendomi le mani addosso. Mi hanno detto che non mi ammazzavano solo perché avevo mia moglie e il bambino in macchina”.

Una violenza verbale e fisica di fronte alla quale Lombardo ha deciso di salire in macchina e andare via: “Ho dovuto controllarmi, è stato difficile trattenermi, mia moglie era impaurita. Ho così preferito lasciarli perdere e continuare per la mia strada. Mi sono seduto al volante, ho chiuso lo sportello – precisa – ma dopo aver percorso appena cinque metri e davanti agli occhi di decine di automobilisti che nel frattempo si erano fermati per curiosare, ho sentito un rumore terribile. Sulla mia auto era arrivata una grossa pietra che aveva frantumato il vetro posteriore, rischiando di colpire mio nipote che stava dormendo. Nel frattempo i due sono scappati”.

Nessuna ferita per il piccolo, ma tanta paura e la conclusione di una giornata dai carabinieri. “Ho fatto denuncia e spero che queste due persone vengano individuate – sottolinea Roberto Lombardo -. Non è possibile rischiare la vita per una sciocchezza, per una mentalità sbagliata fatta di minacce e violenza. E’ gente che va in giro indisturbata a provocare altra violenza. Chiedo anche a chi ha assistito di darmi una mano a rintracciarli, quello che hanno fatto non ha avuto conseguenze più gravi soltanto per puro caso”.

 


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