PALERMO – Il taglio del finanziamento pubblico ai partiti colpisce Il Pd siciliano, che mette, a partire dall’1 luglio, i propri dipendenti in cassa integrazione: lo denunciano otto dipendenti del partito in una lettera al segretario nazionale Guglielmo Epifani ed ai vertici nazionali e regionali dei Democratici di cui l’ANSA è in possesso. Nella lettera inviata oggi, gli otto lavoratori denunciano che il 30 maggio, la tesoriera regionale per la Sicilia Teresa Piccione “ignorandoci totalmente riuniva il comitato di tesoreria”, e, “nonostante la cautela dei componenti, con un gesto di imperio metteva ai voti la proposta di cassa integrazione al 50%”, che veniva approvata. “Non possiamo essere noi – prosegue la lettera – a pagare le spese di una amministrazione che ci ha portati fino a questo punto. I nostri stipendi sono dignitosi, ma nulla di più; qualche altro, invece, usufruisce di compensi ben più elevati”. I dipendenti chiedono la convocazione della direzione regionale “per discutere e fare chiarezza su come sono state gestire le risorse. Possiamo tutti testimoniare che attività politica se ne è fatta ben poca, le campagne elettorale che si sono succedute sono state fate veramente sotto tono”. E chiedendo ai vertici del partito di “non versare più un euro al partito regionale” e di “istituire un fondo di garanzia”, diffidano la tesoriera regionale “a prendere qualsiasi iniziativa che non sia concordata”.
Otto dipendenti scrivono a Epifani e contestano il tesoriere Teresa Piccione
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