Pd, i big siciliani plaudono a Letta ma da prospettive diverse - Live Sicilia

Pd, i big siciliani plaudono a Letta ma da prospettive diverse

Lupo, Miceli e Cracolici si preparano alla direzione di venerdì.
IL DIBATTITO INTERNO AL PARTITO
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PALERMO – Le parole del segretario nazionale Enrico Letta, pronunciate ieri in direzione nazionale, raccolgono il plauso di diversi big del partito siciliano, eppure le posizioni in campo sembrano divergere. Venerdì in direzione regionale si farà sintesi, ma le sfumature dei diversi punti di vista sono questione di sostanza soprattutto per il match di Palermo. 

“Il caso Sicilia”

Il dossier è da tempo al vaglio del responsabile Enti Locali nazionale, Francesco Boccia, e si lavora per accelerare e trovare la quadra nel più breve tempo possibile. Al centro del contendere c’è l’ormai celebre “perimetro della coalizione”. Da Roma arriva un via libera da vincolare però a una serie di paletti sui compagni di strada da reclutare: uno su tutti l’europeismo. Vedremo in che modo sarà declinato il monito di Letta in terra sicula. “Partiamo dalla coalizione Pd, M5S e sinistra e lavoreremo per allargare questo campo con un atteggiamento inclusivo con allargamenti che siano compatibili con la nostra proposta politica per dare vita a candidature identitarie che parlino al linguaggio, ai valori e alla storia del centrosinistra siciliano”, ha commentato a caldo a Live Sicilia il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo.

Lupo: “Partire dall’alleanza giallorossa”

Il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo esprime soddisfazione per le parole di Letta ma legge il discorso in chiave giallorossa. “C’è un’alleanza chiara tra centrosinistra e Cinquestelle e poi la volontà di allargare, certo in maniera coerente. Di certo non possiamo allargare a gente che non ha nulla a che vedere con i nostri valori e le nostre idee: questo è logico. Ed è quello che si sta facendo sia a Palermo con Filoramo sia a livello regionale con Barbagallo. Ho trovato ottima la relazione di Letta, un’attenzione specifica sia a Palermo (dove si terrà la Festa nazionale) sia alla Sicilia”, dice Live Sicilia.  E rivendica il lavoro fatto a Palermo (oggetto del contendere con una fetta del partito isolano). “Ho visto un partito nazionale attento e focalizzato sulle battaglie elettorali che si terranno in Sicilia, una regione importante per il futuro del Paese. A Palermo siamo a buon punto – sottolinea Lupo- C’è un tavolo che sta lavorando al programma: non era facile. Dobbiamo riconoscere lo sforzo del M5S che sta guardando avanti oltre l’attuale esperienza di opposizione al Comune”, spiega Lupo.

Miceli: “Non possiamo fare testimonianza”

In realtà nella sfida di Palermo i giochi sono tutt’altro che fatti e non sono per nulla semplici come dimostrano gli appelli, fatti nei giorni scorsi, da diversi esponenti della segreteria regionale che preferirebbero allargare il perimetro della coalizione. Una posizione che all’indomani della direzione esplicita il deputato palermitano, esponente di Base Riformista, Carmelo Miceli che, tra le righe, parla del modello Manfredi (sindaco di Napoli) in salsa palermitana. “Credo che la direzione di ieri abbia segnato un passaggio importante. Ancora una volta ci mostriamo agli occhi del Paese come una forza responsabile che sta al centro del sistema avvertendo l’esigenza di riformarlo. Il modo in cui siamo arrivati al governo Draghi e alla rielezione di Mattarella mette in evidenza l’esigenza di riformare il sistema”, spiega a Live Sicilia. “Ieri il segretario, ancora una volta, si è dimostrato disponibile a un confronto di merito con tutte le forze del Parlamento su temi fondamentali come la legge elettorale”, continua Miceli. “Siamo interessati a dare stabilità a questo Paese e siamo l’unica forza politica che sta al governo coerente con quello che fa il governo Draghi”, dice. “La partita siciliana non è avulsa da questo ragionamento. Venerdì in direzione dirò che il gruppo dirigente nazionale attraverso la scelta della festa  dell’Unità a Palermo ha dimostrato come nel ragionamento di insieme,  per una forza politica che si deve fare carico della ricostruzione del Paese, Palermo rappresenta la pallina su quel piano inclinato che può farsi valanga. In questo schema non possiamo rimanere succubi delle ricostruzioni mediatiche che riconducono tutto a sommatorie di ceto politico”, avverte Miceli. Poi una stoccata a chi teme l’abbraccio con le forze moderate. “Noi dobbiamo prendere coscienza di un elettorato spaesato dal venire meno di tutta una serie di forze moderate, dobbiamo  essere consapevoli che in Sicilia non possiamo permetterci battaglie di testimonianza”, spiega. Miceli pone un problema di metodo e dice no a uno scambio di pedine “tra chi indica il nome del sindaco di Palermo e chi il presidente della Regione”. “È un discorso perdente e non adeguato alla necessità che abbiamo nella gestione di Palermo e della Sicilia. Dobbiamo semmai creare un tavolo sulle cose da fare e sugli uomini”, suggerisce. “Io non ho timore a confrontarmi con nessuno, il Pd deve avere la forza di condurre un tavolo sul campo largo e la capacità di sfidare chiunque sulle cose da fare”, insiste. “Abbiamo l’ambizione di dire che non possiamo limitarci a fare testimonianza e che gli schemini, sia nel campo largo che in quello stretto, sono finalizzati più alla sopravvivenza dei singoli che al bene comune?”. E ancora: “Dobbiamo lanciamo il cuore oltre l’ostacolo: dobbiamo porci vari problemi come il rinnovamento del gruppo dirigente. Dobbiamo alzare il livello della discussione, se non ci seguiranno pazienza ma noi dobbiamo sollevare questi temi. Io voglio che i moderati mi seguano sul programma che proponiamo per il bene della città”, dice senza peli sulla lingua. 

Cracolici: “Alternativi alla destra sovranista”

Più cauto il commento del deputato regionale Antonello Cracolici che pur aprendo all’allargamento della coalizione mette qualche paletto in più. “Mi pare che quanto detto da Letta sia in assoluta linea con quanto abbiamo finora provato a ragionare qui in Sicilia e a Palermo. Bisogna costruire un campo largo ma che non sia trasversale”, ammonisce. “Noi siamo in campo in una prospettiva di alternativa alla destra sovranista e antieuropea a questo centrodestra che in Sicilia vive una crisi drammatica e non ha capacità di muoversi. Sono in quella condizione surreale in cui non si muovono e provano a non fare muovere gli altri”, spiega a Live Sicilia. “Noi dobbiamo portare avanti un progetto alternativo a questi qui e mi pare che questa sia la linea emersa dalla direzione. Il campo largo ognuno lo interpreta come vuole. Il campo largo è un’alleanza tra tutti quelli che condividono un progetto alternativo alla destra. Ci sarà chi ne vorrà fare parte e chi no. Noi proponiamo un patto a tutti quelli che hanno una visione alternativa alla destra senza preconcetti e pregiudizi”, aggiunge. Insomma, i giochi sono ancora tutt’altro che fatti. 


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