Pd, Palermo chiama Catania| Cresce la fronda dei Partigiani - Live Sicilia

Pd, Palermo chiama Catania| Cresce la fronda dei Partigiani

Concetta Raia, Angelo Villari e Jacopo Torrisi in prima fila.  

CATANIA – Galeotta fu la formazione delle liste fatta dal “capo”, spia della trasformazione genetica del partito. Così laburisti e megafonisti si ritrovano insieme alla kermesse organizzata dai Partigiani del Pd. Si allarga la fronda antirenziana e pesca delusi anche nella parte orientale dell’isola decimata nelle ultime settimane dal virus delle dimissioni. Nella sala del teatro Santa Cecilia si scorgono pezzi da novanta della nomenclatura dem dell’area laburista: l’ex deputata Concetta Raia, l’ex assessore Angelo Villari e l’ex vice segretario etneo Jacopo Torrisi.  Le bandiere del Pd campeggiano alle pareti e ricordano agli osservatori che il tentativo messo in piedi non è una fuga di massa, ma una battaglia interna senza esclusioni di colpi. “Non cambiamo partito, ma cambiamo il partito” è lo slogan scandito a più riprese. Il la lo dà il palermitano Antonio Rubino dal palco invocando una rigenerazione, un moto di orgoglio identitario contro chi “usa il partito come un autobus”. Tra i curiosi catanesi ci sono anche l’ex segretario dei Gd Gianluca Scerri, il sindacalista Alfio Mannino e Giuseppe Campisi.

Le correnti siciliane si mescolano e si indirizzano verso un unico comune denominatore: la rigenerazione del partito. L’ex deputata Concetta Raia interviene dal palco e non le manda a dire. “Il problema che oggi ci stiamo ponendo tutti in Sicilia è stato lanciato da noi a Catania quattro anni fa”, ruggisce. “Un partito geneticamente modificato da Renzi che con la chiusura di queste liste conclude un ciclo di trasformazione avviato da tempo con il quale siamo passati da un grande partito ad un grande comitato elettorale. Noi non ci stiamo, questo PD ha bisogno di una guida politica nazionale che non sia divisiva e questa guida non può essere Matteo Renzi”, bacchetta l’ex deputata regionale.

Altro che fedele alla linea anche quando non c’è: l’idea è di ricostruire la casa comune. “Il PD dopo il 4 marzo deve ritrovare le ragioni della sua nascita e soprattutto bisogna costruire un nuovo partito e un nuovo centrosinistra”, rimarca Raia. Il compagno di mille battaglie, Angelo Villari non interviene dal palco ma dice la sua a margine dell’iniziativa. “Si sono perse le origini fondatrice. Siamo qui per continuare la nostra battaglia per la rigenerazione del partito. Questo è il nostro obiettivo: dopo il 4 marzo dovremmo dare continuità a questa battaglia e trarne le dovute conseguenze”, spiega Villari a Live Sicilia. Una posizione puntellata da una dichiarazione di tutta la compagine laburista catanese che spiega le ragioni della presenza alla kermesse. “La nostra è stata una partecipazione finalizzata all’ascolto delle posizioni di questo gruppo. Noi siamo aperti ad ogni forza, gruppo, espressione di questo partito che voglia rimettere al centro la storia e il suo mondo”.  Insomma, chiuse le urne si aprirà la contesa.

 

 

 


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