CATANIA- E’ una guerra fredda quella che prosegue, all’interno del Pd catanese, dalla vigilia delle comunali di quasi tre anni fa.
Ad aggravare la storica faida tra bianchiani e berrettiani c’è la recente nascita di Demosì, fortino della Cgil che guarda a Bianco e ha superato la prova delle Ciminiere. A questo si aggiunge che col passere del tempo i gruppi all’interno del Pd sono cresciuti e la guerra adesso è su tutti i fronti.
Renziani, sindacalisti più o meno bianchiani, berrettiani, ex articoloquattristi e bianchiani-puristi sono in movimento per conquistare, già da adesso, le posizioni che contano. La giunta comunale, per esempio, ha mantenuto quasi immutato il suo volto dal dopo elezioni, adesso però non rappresenta più gli equilibri in consiglio.
Il primo a battere cassa, politicamente, è Luca Sammartino, che può contare su 15 consiglieri comunali e adesso rivendica un nuovo assessorato che potrebbe andare all’ex consigliere comunale Alex Corradi.
LE POLITICHE. Le correnti democratiche ragionano già sui seggi delle politiche, la corsa, al momento, è per ottenere un posto in lista alla Camera. Con l’italicum ci saranno un capolista bloccato e 6 candidati, tre uomini e tre donne. A Catania ci sono due collegi, quindi il numero dei candidati sale a 12 con la possibilità di eleggerne 8, nella migliore delle ipotesi. La guerra è all’ultimo sangue. E ci vogliono le preferenze. Prima di fare l’elenco dei papabili, che rispecchiano gli equilibri delle forze in campo, bisogna considerare le prossime comunali.
Bianco, di recente, durante una riunione, ha fatto sapere di volersi ricandidare, si vocifera che lo farebbe anche per tentare di diventare presidente del nuovo Senato.
Gli ex articoloquattristi, però, scaldano i motori. Valeria Sudano sarebbe proiettata verso la poltrona di primo cittadino, in questo modo, nel collegio catanese della Camera, si inserirebbe Luca Sammartino.
Sarebbe sicura la candidatura di Giuseppe Berretta, possibile anche l’inserimento di Francesca Raciti, in quota Bianco, attuale presidente del consiglio comunale. Il nome che circola più insistentemente è quello del rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro.
La Cgil punterebbe sul Calatino con Concetta Raia, attuale deputato regionale, collegio che comprende anche Acireale e qui entrerebbe in campo Nicola D’Agostino, suo un altro posto in lista. E ancora, sempre nel Calatino, Burtone e una possibile Valeria Sudano, nel caso in cui non si candidasse come primo cittadino di Catania.
IL CASO VILLARI- Angelo Villari, leader storico della Cgil etnea, attuale assessore di Enzo Bianco, ha guidato la macchina da guerra elettorale del sindacato ad ogni appuntamento con le urne, consentendo l’elezione di deputati regionali e nazionali. Adesso tocca a lui, tre ipotesi: candidatura a sindaco di Catania, deputato regionale, deputato nazionale.
La sua creatura, Demosì, ha dato il via al percorso che guarda alle prossime elezioni.
Nel frattempo, però, mentre i singoli esponenti pensano alle candidature, ogni giorno continua la guerra fredda nel Pd. Ci sono gli sgambetti a Bianco dei consiglieri riconducibili a Luca Sammartino, alcuni dei quali all’opposizione, le prese di posizione forti di Gianni Villari, fratello di Angelo, ex deputato regionale e poi c’è il vero capo dell’opposizione al governo democratico della città: Nicolò Notarbartolo del Pd, braccio destro di Berretta.
Ogni mossa è finalizzata ai prossimi appuntamenti elettorali, venuto meno il banco di prova delle elezioni metropolitane, la tensione tra i democratici continua a salire. Si prevede un inverno caldo.