SAN GIOVANNI LA PUNTA – Ci sono ragazzine che non diventeranno mai donne perché il destino – o chi per lui – ha deciso così. Non proveranno mai il sapore del primo rossetto rosso sulle labbra, non ricorderanno mai l’imbarazzo del primo tacco alto alla festa del liceo. Ci sono ragazzine che senza rossetto rosso e tacco alto non saranno mai donne, ma grandi sì. Come Laura Russo, la 12enne uccisa a coltellate dal padre lo scorso 22 agosto a San Giovanni La Punta. Un raptus. Ora quel papà affronterà il processo: la procura per lui infatti ha chiesto il giudizio immediato. Una crisi familiare sfociata in disperazione. Un’istantanea di gesti violenti che non hanno risparmiato la piccola “Lalla”. E così l’incredulità lascia spazio alla rabbia, la rabbia al dolore, il dolore al ricordo di chi a dimenticarla non ci pensa proprio.
Nonostante i giorni scorrano, nonostante le settimane passino e i mesi pure. A fatica, zoppicando. Con slalom in discesa libera di pensieri, immagini e momenti trascorsi insieme. Per mamma Giovanna e i fratelli di Laura (in primis Marica, la sorellina del cuore che miracolosamente è riuscita a salvarsi quel giorno) non è tempo di parole. Il dolore è ancora troppo denso. E allora a ricordarla ci pensa chi, ancora oggi, custodisce gelosamente il suo sorriso. “La mattina in classe Lauretta – rammenta emozionata Patrizia Di Bella, l’insegnante della scuola primaria di Lalla – portava una ventata di gioia. Era in grado di sorridere con gli occhi, con il naso e con la bocca. Odiava le scorrettezze, da piccola paladina della giustizia era sempre pronta a difendere i compagnetti più deboli e in difficoltà. Amava gli animali, i cavalli e i cani in particolare. Non posso dimenticare quando, una mattina, un bambino raccontò di aver sognato di aver maltrattato un cane. Lauretta si alzò, si mise le braccia ai fianchi e rispose: ‘tu certe cose non devi neanche sognarle, chiaro?’ E poi – continua l’insegnante – era molto sensibile, ricordo che percepiva gli umori altrui e capiva quando era il momento di scherzare o meno. In occasione della festa del papà, un anno, feci preparare un lavoretto, la piccola venne da me dicendomi: ‘Maestra, oltre a quello da dare al mio papà posso farne uno anche per un signore che conosco ed è stato abbandonato dai suoi figli?’ Presi il materiale e il giorno dopo tornò a scuola ringraziandomi perché quell’uomo aveva apprezzato tanto il suo gesto”.
Andava pazza per la pizza con le patatine, la frittata e la lenticchia purché passata bene al mixer da mamma. Il rosso e il fucsia erano i suoi colori preferiti e, a differenza di tante ragazzine, Lalla non aveva fretta di crescere. Viveva la sua età con naturalezza, con spontaneità. “Era – racconta Debora, la migliore amica di Laura – il mio diario personale. Ci conoscevamo sin dall’asilo e le confidavo tutto. Insieme ascoltavamo Tiziano Ferro, i Moda e Laura Pausini, i nostri cantanti preferiti, e ci accomunava la passione per gli animali. Da grande, infatti, sognavamo di diventare veterinarie e aprire uno studio medico per curare pure i cavalli che Lalla adorava. A differenza mia che da piccola giocavo con le barbie, lei preferiva collezionare peluche di pony. Casa sua ne era piena. Mi manca Lalla, mi manca il suo sorriso ogni giorno sempre di più”.
E quel sorriso manca un po’ a tutti. Anche a chi, pur non conoscendola, ha imparato a farlo attraverso la pagina Facebook “Per non dimenticare Laura”. Un diario in cui il dolore, a volte, trova conforto grazie alla condivisione. Grazie al ricordo generato da una foto, da un video, da un bigliettino scritto da Lalla alla mamma il giorno di San Valentino o in occasione del suo compleanno. Perché nessuno vuol dimenticarla. Perché nessuno può dimenticarla. Lo sanno bene quelli dell’associazione “Puntesi Insieme” che quest’anno hanno deciso di dedicare alla piccola il programma delle attività per dire “no” alla violenza sulle donne in occasione dell’8 marzo. E in fondo chissà come sarebbe stata Lalla da grande. Sarebbe diventata una buona madre? Una brava veterinaria? Elda Fontanazza, insegnante della scuola media frequentata dalla piccola, le ha dedicato una poesia: “Mi piace ricordarti in un campo di fiori, dai mille colori, con i tuoi amati cavalli a rotolarti sull’erba fresca. Mi piace ricordare il tuo sorriso, i tuoi occhi sorridenti mentre cerchi di raccontare, tra il cicaleccio dei compagni, un’avventura vissuta con le persone amate. Io cercherò di vivere in un mondo senza la tua presenza ma farai sempre parte dei miei pensieri e dei miei affetti”.