Perché è meglio fare un trapianto di capelli in Turchia?

Perché è meglio fare un trapianto di capelli in Turchia?

Cosa ha la Turchia di così speciale? Ce lo siamo chiesti anche noi in questo articolo in cui analizziamo i motivi per cui sempre più italiani la preferiscono all’Italia 35 milioni di uomini e 21 milioni di donne soffrono di calvizie nel mondo. Passati i cinquanta, praticamente un uomo su due è calvo. Le donne? Solo in Italia, una su tre soffre di alopecia.
Vi sembrano dei numeri gonfiati? Non proprio; il problema è che la maggior parte della gente non sa che sono in tanti (e sempre di più) a perdere più capelli del dovuto. Di norma, il ciclo di vita di un capello prevede anche una fase di riposo, durante la quale cade. Tutto nella norma: chi sta bene e non ha problemi di calvizie non dovrebbe trovare su cuscini o spazzole più di 50-100 capelli al giorno.
Il trapianto è davvero la soluzione contro l’alopecia?
Ebbene sì, sembra fantascienza ma non lo è. Il prerequisito principale – che può garantire una riuscita – è non essere del tutto calvi. Avere qualche pelo ancora in funzione è necessario per poter permettere l’impianto dei bulbi che sono ancora “attivi”, cioè che possono crescere. Una volta estratti da alcune zone mirate, sono poi trapiantati sulle parti della testa già completamente calve. Il successo dell’operazione è ormai storia vecchia: sono circa 650,000 ogni anno gli uomini e le donne che soffrono di calvizie di tipo permanente che decidono di rivolgersi alla chirurgia estetica. Si stima inoltre che sia anche il tipo di operazione nel settore più richiesto.
Perché la Turchia sta riscuotendo tutto questo successo?
Sarà anche vicina alla mecca dei religiosi, ma da circa un decennio è diventata la terra promessa dei calvi. Inizialmente, le tendenze erano guidate esclusivamente dai costi molto inferiori rispetto all’Italia. Tuttavia, i successi riscontrati con le operazioni, ha portato ad un numero sempre maggiore di uomini e donne che decidono di fare il grande salto, e di farlo all’estero anziché a casa.
Per i soldi, perché no?
Gli scettici puntano il dito sulle parcelle dei medici e la qualità delle strutture turche. In realtà, i fatti sono altri: non solo questi ospedali riescono a garantire un’operazione di successo, ma organizzano trasferimenti aerei dall’Italia con un pernottamento a quattro stelle. I costi sono allettanti perché irrisori: si parla di cifre oscillanti tra i 1.500-2.500 euro, cioè 3-4 volte meno che in Italia). A questo proposito, tanti si chiedono come sia possibile? Bisogna di certo prendere nota del costo della vita di un Paese
che è alle porte del Medio Oriente: un medico chirurgo medio porta a casa circa 800 euro lordi, mentre da noi, gli ultimi dati dell’ISTAT parlano di un salario base medio di circa 3.000 euro.
I medici hanno la reputazione di lavorare duramente e bene
La questione costo della vita-salario spiega anche il loro modo di lavorare. In Turchia un operatore sanitario ha gli stessi turni di un normale impiegato: dalle 8 alle 19 della sera. In più, lo sviluppo del settore medico ha portato alla creazione di un numero sempre maggiore di strutture ospedaliere. Tradotto in parole povere: con la crescita della concorrenza, aumenta anche la paura di perdere il posto di lavoro. Per questo motivo per un italiano è possibile prenotare una chirurgia di trapianto di capelli a
distanza in poche settimane (a volte anche meno), senza mettersi in coda alle tipiche liste d’attesa italiane.

Pensano a tutto loro
Chi c’è già passato, elogia la disponibilità dello staff nel saper preparare non solo i dettagli specifici in merito all’operazione chirurgica, ma anche la possibilità di rilassarsi e pensare a stare bene, anziché essere ansiosi che tutto vada a buon fine. Il metodo di questi ospedali è semplice: preparano un pacchetto tutto incluso, che comprende biglietto aereo andata e ritorno, autista che accompagna il paziente durante ogni trasferimento da e per l’aeroporto e l’ospedale, un traduttore di lingua italiana e vitto e alloggio presso un albergo di lusso.
Non sono solo italiani, ma pazienti da tutto il mondo
Le autorità sanitarie turche affermano che vengono effettuati tra i 250 e i 500 trapianti a settimana: nel 2022 sono stati incassati 4 bilioni di euro. La popolarità di questo sistema è particolarmente gettonata nei Paesi anglosassoni (dove un trapianto di capelli costa il doppio che in Italia), ma negli ultimi anni si è registrata una crescita anche dagli Stati Uniti e Canada – nonché il resto dei paesi mediorientali. La sorpresa più grande sono Giappone, Corea del Sud e Cina: circa 20 giapponesi si recano ogni mese in
Turchia per sottoporsi al trapianto, e altrettanti sono coreani e cinesi. I pazienti asiatici sono un fenomeno relativamente nuovo, potenziato sia dall’accessibilità economica turca che dalla crescente reputazione internazionale come centro di trapianto di capelli. Celebrità, inclusi calciatori internazionali, hanno scelto Istanbul per trapianti e altri trattamenti. Questo traguardo economico sembra rispecchiarsi nel continuo investimento in personale sempre più adeguato e innovazione tecnologica tra le mura degli ospedali.
La migliore struttura
Istanbul è una città bellissima, ma Capilclinic la rende ancora più bella, proprio grazie ai risultati raggiunti dalla medicina e chirurgia estetica. Il colosso del settore, con sedi operanti in vari Paesi del mondo, è la più gettonata degli ultimi anni. Con sede in uno dei quartieri più affascinanti della capitale, conta a registro 10 anni di esperienza continua, nonché opinioni a cinque stelle da coloro che si sono recati appositamente per ricevere un trapianto di capelli da ogni parte del globo. Dall’assistenza preoperazione
a distanza (con un servizio clienti che non fa una piega), passando per un viaggio e permanenza di tutto confort, gli uomini italiani che l’hanno scelta hanno potuto finalmente dire addio ad una stigma sociale che li perseguitava da troppo tempo.
E con i dati della calvizie che continuano a salire dopo la pandemia del 2020, la struttura è pronta a combattere il fenomeno delle pratiche che operano illegalmente. Rovinano non solo la vita dei pazienti, ma anche l’immagine di un Paese che ha voglia di rialzarsi nonostante un’economia caratterizzata da inflazione galoppante.

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