Perinetti, Gasp e Lo Monaco |Il 2012 del Palermo - Live Sicilia

Perinetti, Gasp e Lo Monaco |Il 2012 del Palermo

Quella che si avvia alla conclusione sicuramente non verrà ricordata come la migliore annata dal ritorno del sodalizio del club di viale del Fante sul palcoscenico della massima serie. Tuttavia non mancano gli episodi che meritano un posto nella cineteca dei momenti importanti del decimo anno di presidenza Zamparini.

Un anno rosanero
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PALERMO – Un 2012 tra luci e ombre per il Palermo. Quella che si avvia alla conclusione sicuramente non verrà ricordata come la migliore annata dal ritorno del club di viale del Fante sul palcoscenico della massima serie, tuttavia non sono pochi gli episodi che meritano un posto nella cineteca dei momenti importanti del decimo anno di presidenza Zamparini. Ripercorriamo il cammino della squadra rosanero.

Indimenticabile il pirotecnico 4-4 a “San Siro” contro l’Inter, strappato su un campo ai limiti della praticabilità a causa della neve, il primo febbraio. I nerazzurri di Ranieri stanno rimontando posizioni su posizioni in campionato, mentre il Palermo si presenta forte di un rendimento di tutto rispetto, ottenuto nel mese di gennaio, che ha proiettato Miccoli e compagni a ridosso delle zone nobili della classifica. Ne viene fuori una sfida dagl’infiniti colpi di scena, contraddistinta dal duello a distanza tra il capitano rosanero e Milito, rispettivamente autori di una tripletta e un poker.

Qualche settimana dopo il Palermo ribadisce il proprio ruolo di temibile outsider. Al “Barbera” si presenta una Lazio in piena corsa per la Champions, travolta al termine di una stratosferica prestazione: 5-1 il risultato finale. Tra i protagonisti, neanche a dirlo, ancora capitan Miccoli. Zamparini esalta Mutti, definendolo “il mio Mourinho”. Si comincia a vociferare di una possibile conferma, in realtà mai arrivata.

Dopo il successo ai danni della Lazio, il Palermo si scioglie come neve al sole per tornare protagonista solamente ad aprile, quando al “Dall’Ara” di Bologna ottiene tre punti che avvicinano di molto i rosa alla salvezza. Ilicic conduce per mano i compagni verso un 3-1 maturato nella mezz’ora finale del match, Mutti allontana le voci di esonero e riesce a confermare la panchina sino al termine della stagione.

A giugno Zamparini, ormai prossimo al decimo anniversario di presidenza, decide di inaugurare l’ennesimo ciclo della sua avventura palermitana: via Mutti, dal Siena arriva l’accoppiata Sannino-Perinetti. Al primo il patron chiede bel gioco e risultati, al secondo di operare con oculatezza in sede di mercato, provando a piazzare in maniera vantaggiosa quei giocatori che non hanno più l’entusiasmo per continuare la loro avventura in rosanero.

E’ l’estate degli addii eccellenti: tra gli altri, quello del vice-campione d’Europa Federico Balzaretti, che si accasa alla corte di Zeman in quel di Roma, dopo 4 anni e mezzo in rosa, e di Giulio Migliaccio, che sveste la maglia del Palermo per raggiungere Vincenzo Montella alla Fiorentina dopo ben 5 stagioni alle dipendenze del club di viale del Fante. C’è spazio, però, anche per un gradito ritorno: Franco Brienza, beniamino della curva sin dai tempi della serie C sotto la gestione Sensi, approda nuovamente in Sicilia su precisa richiesta di mister Sannino.

L’ex tecnico del Siena, però, smentisce le attese: la squadra, indebolita dalle cessioni a cui non hanno fatto seguito innesti adeguati, fatica a macinare gioco e a conquistare punti, Zamparini si conferma presidente tutt’altro che paziente e alla terza giornata di campionato lo fa fuori. A fare le spese del pessimo avvio di stagione, dopo un paio di settimane, sarà anche Giorgio Perinetti. Il nuovo corso, presentato appena tre mesi prima, viene spazzato via dal primo accenno di burrasca.

Il patron friulano vara un’altra rivoluzione: in panchina arriva Gian Piero Gasperini, in società arriva l’ex braccio destro di Pulvirenti Pietro Lo Monaco al quale Zamparini offre il ruolo di amministratore delegato e la possibilità di acquisire il 10 per cento del pacchetto azionario del club di viale del Fante. Il dirigente campano, così come accaduto nella sua esperienza in rossazzurro, assume la carica di ad, un plenipotenziario che avrà il compito di sgravare Zamparini dalla gestione del club a 360 gradi, mercato in primis.

Dopo due immeritate sconfitte contro Atalanta e Pescara, la cura Gasperini dà i primi frutti il 30 settembre, quando al “Barbera” si presenta il Chievo. Il match termina 4-1 per il Palermo, con Miccoli super star: sigla una tripletta, mandando in visibilio lo stadio con un gol da centrocampo che fa il giro delle televisioni di tutta Europa. I tifosi si affidano al loro capitano e tornano a sperare nella salvezza, un obiettivo stagionale anomalo per il Palermo di Zamparini, abituato a non guardarsi alle spalle e a non convivere con lo spettro della retrocessione.

L’ultima gemma di un’annata agrodolce arriva in una tiepida serata di fine novembre. Al “Barbera” si presenta il Catania, per il primo derby in notturna dopo la morte dell’ispettore Raciti. I rosanero disputano la migliore prestazione dell’anno, mettendo sotto i cugini dal primo all’ultimo minuto. Apre Miccoli, con una gemma che conclude la propria corsa sotto il sette. Per il capitano è il centesimo gol in serie A, arrivato nella serata più importante. Nella ripresa Ilicic interrompe un letargo durato poco meno di un anno e sigla una doppietta di pregevole fattura. E’ una notte trionfale, celebrata dalle note di “We are the champions” intonate dagli altoparlanti dell’impianto palermitano al termine della gara.

Dal derby di fine novembre in poi per i colori rosanero arriva un ciclo terribile di sconfitte interrotto solo da un pareggio a Udine che sa tanto di beffa. La squadra di Gasperini perde, infatti, la trasferta di San Siro con l’Inter e la successiva gara al Barbera contro la Juve. Al Friuli, invece, dopo un’ottima prova in cui Ilicic prima porta in vantaggio i rosa e poi si procura un calcio di rigore solare che solo l’arbitro riesce a non vedere, arriva l’unico punto del terribile dicembre rosanero. La chiusura dell’anno calcistico è un impietoso 0-3 interno contro la Fiorentina che evidenzia tutti i limiti di una rosa inadeguata al massimo campionato italiano. La speranza per il 2013 è tutta nelle mani deglio uomini mercato del Palermo che hanno l’obbligo di rinforzare la squadra prima possibile per invertire una rotta che sul gps del Palermo, al momento, indica la serie B.


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