Personale, Pnrr e dissesto: le spine del sindaco che verrà - Live Sicilia

Personale, Pnrr e dissesto: le spine del sindaco che verrà

Tra dipendenti pronti a lasciare l'ufficio per andare in pensione, fondi europei da spendere in tempi brevi, municipalizzate in cui mettere ordine.

CATANIA – Parafrasando un motto che ha avuto una certa fortuna, fare il sindaco è una scelta d’amore per Catania. Una di quelle cose che fai sapendo che saranno ben più difficili di quanto hai immaginato. Lo sanno anche tutti i candidati che da settimane sono ai nastri di partenza di una campagna elettorale che stenta a partire. Eppure la scadenza per la presentazione delle liste è dietro l’angolo. E dunque anche il voto è distante un battito di ciglia. E chiunque sarà eletto, subito o passando per il ballottaggio, sa che troverà un Palazzo degli elefanti disastrato.

La mancanza di personale

Intanto perché troverà gli uffici semivuoti. Negli ultimi cinque anni, ogni volta che hanno potuto, i consiglieri comunali hanno ricordato il dramma della mancanza di personale. Impossibile svolgere le sedute di alcune commissioni, o pensare di garantire al meglio tutti i servizi. Nel prossimo quinquennio ci saranno uffici che sarà complicato tenere aperti in caso di assenze o malattie di qualcuno dei dipendenti. L’emendamento del senatore Salvo Pogliese, già primo cittadino, per la stabilizzazione dei precari del Fondo sviluppo e coesione (che nelle intenzioni dovrebbe servire anche per i precari del Pon Metro), appare come un pannicello caldo: un centinaio di persone sono un aiuto, ma non sono la soluzione.

Soprattutto perché si tratta di un aiuto altamente specializzato: personale assunto per portare avanti i tantissimi progetti presentati e finanziati con fondi variamente europei, che qualcuno deve pur riuscire a realizzare. Questi lavoratori, si ricordano l’un l’altro, hanno alternative: se dal Comune non dovesse arrivare la tanto agognata stabilizzazione, e non arrivasse in tempi brevi, semplicemente andrebbero da un’altra parte.

La spesa dei fondi

E qui si arriva all’altro problema che il nuovo primo cittadino dovrà affrontare. Dovrà essere un sindaco operaio più di quanto probabilmente oggi si aspetti: perché i cantieri che si stanno aprendo, che sono già stati aperti o che si apriranno grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno una scadenza fissata dalla legge che, al momento, non può essere derogata: entro il 2026 i lavori devono essere finiti, sennò addio soldi. E bentornati cantieri eterni.

C’è mezza città che dovrebbe beneficiare di progetti di rigenerazione urbana che partono da Monte Po e finiscono a San Berillo. Ci sono parchi da fare, parcheggi interrati da costruire, vecchi edifici da abbattere. C’è, insomma, un fiume di denaro che va usato per realizzare i miglioramenti cittadini che erano nelle intenzioni di chi li ha progettati. E c’è poco tempo e, come detto, poco personale. Dall’Anci all’Ance, passando per la maggior parte delle associazioni datoriali e di categoria, fino ad arrivare agli studi commissionati dalle fondazioni: l’allarme sulla capacità di spesa del Pnrr viene da tutte le parti.

Il dissesto

Il dato è che la pioggia di soldi del Pnrr rischia di diventare un problema come i conti in rosso a cui Catania è ormai stabilmente abituata. Il dissesto economico-finanziario dichiarato nel 2018 – costato una condanna in Corte dei Conti e l’interdizione all’ex sindaco Enzo Bianco – è stato meno duro da affrontare di quanto i catanesi si aspettassero. Merito delle entrature politiche del fu primo cittadino Pogliese, che era riuscito a ottenere dal governo giallo-verde un impegno economico senza precedenti per risollevare il capoluogo etneo dal baratro del default.

Riuscita quella mossa, non è detto che ogni problema sia risolto. Qualche preoccupazione, raccontano dal senato cittadino, è emersa durante alcune vecchie sedute della commissione consiliare deputata a studiare i conti del Comune: tra nuovi debiti fuori bilancio e creditori che attendono davanti alla porta di essere pagati, il lavoro di risanamento delle casse del Palazzo non può essere considerato concluso. Intanto perché Catania non è ancora uscita dalla procedura di dissesto, e poi perché non è detto che non possa ricascarci.

La razionalizzazione delle partecipate

I tempi delle vacche grasse, si dice da almeno un decennio, sono passati. E così anche le società partecipate del Comune dovranno adeguarsi: il percorso di razionalizzazione delle partecipate (vedi alla voce Amts, nata da Amts più Sostare; o Sidrag, cioè Sidra e Catania rete gas) è cominciato, la strada è tracciata. Ma è lunga. E già più volte ha rischiato di scontentare molti. Senza contare che meno società partecipate si traduce anche in meno consigli di amministrazione, cioè meno posti di sottogoverno e meno possibilità di mettere d’accordo anime politiche che viaggiano insieme anche guardando a questo genere di prospettive future.

L’urbanistica e il disegno della città

Infine, il nuovo sindaco dovrà pensare al futuro della città: dovrà immaginarlo e, soprattutto, dare in mano le matite a chi dovrà disegnarlo. Il Piano regolatore generale, firmato da Luigi Piccinato, è datato 1964. L’anno prossimo compie sessant’anni e prevedeva cose che non sono mai state realizzate e spazi che, a vincoli scaduti, vengono occupati.

Che sia un piano regolatore cittadino, uno metropolitano o uno un po’ e un po’, il nuovo sindaco sarà costretto a fare i conti con una città in cui un progetto di costruzione bloccato può brandire una sentenza del Tar che rimprovera l’inazione dell’amministrazione comunale. Nei cinque anni appena trascorsi, si era tentato di fare qualcosa: erano state portate in Consiglio, e approvate, le linee guida per il nuovo Piano regolatore generale. E poi, tra una legge regionale che cambia e un percorso che si inceppa, si era tutto fermato.

Questa dell’urbanistica sarà, c’è da scommetterlo, una spina – l’ennesima – nel fianco della prossima amministrazione. Che dovrà decidere, come tutte quelle precedenti, se ragionare solo dei cinque anni che verranno o provare a piantare semi che germoglieranno nei prossimi venti.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI