CATANIA, VERTENZA PFIZER: FUMATA NERA - Live Sicilia

Pfizer, fumata nera: accordo salta, sarà sciopero

I sindacati non accettano le condizioni dei vertici dell'azienda farmaceutica
IL LABORATORIO DI CATANIA
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Ancora una fumata nera tra le parti dopo il secondo appuntamento della procedura di licenziamento per 130 lavoratori avviata da Pfizer per quanto riguarda lo stabilimento di Catania. A renderlo nodo, a conclusione della riunione che si è tenuta ieri pomeriggio nei locali di Confindustria, sono le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, esprimendo profonda rabbia e delusione per l’atteggiamento ancora una volta tenuto dalla multinazionale del farmaco.

La battaglia dei sindacati

Non ci sarà, dunque, alcun “congelamento” della trattativa come paventato dalla stessa azienda anche all’assessore regionale del Lavoro Antonio Scavone che, ieri mattina, proprio per questo motivo aveva rinviato a data da destinarsi il tavolo di crisi regionale. “Ancora una volta Pfizer, con i vertici dell’ufficio risorse umane Carmelo Fornito e Giuseppe Cassarà, si è presentata al tavolo di confronto senza una proposta concreta, ribadendo l’insufficienza degli investimenti, ma soprattutto senza quel piano industriale che avevamo richiesto sia nel corso primo incontro che anche in presenza dell’assessore Scavone e del prefetto Maria Carmela Librizzi, chiedendo il ritiro del procedimento di licenziamento collettivo attivato – dichiarano gli esponenti sindacali.

L’intento di Pfizer, di far credere in una possibilità di voler condurre la problematica verso un terreno più ragionevole da parte nostra non ha trovato mai condivisione. Ci spiace soltanto che questo atteggiamento, che ovviamente condanniamo, ancora una volta è stato irrispettoso nei confronti delle istituzioni di Governo e della Regione Siciliana. A questo punto – continuano i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – ci appelliamo alle istituzioni stesse perchè non facciano più sconti nei confronti dell’azienda e del suo management, convocando immediatamente il tavolo di crisi regionale ed invocando anche l’intervento tempestivo del Ministero dello Sviluppo economico.

E’ chiaro – concludono le organizzazioni sindacali – che, davanti ad un simile scenario lo sciopero del 4 marzo diventa sempre più importante, perchè insieme alle altre convocazioni che nel contempo interverranno ci consentiranno di rivendicare la necessità di tutela per i 130 dipendenti e l’impellenza di conoscere quali sono le reali intenzioni di Pfizer per il futuro dello stabilimento di Catania.” 

Per i sindacati hanno preso parte alla riunione i segretari territoriali Carmelo De Caudo (Cgil), Maurizio Attanasio (Cisl), Enza Meli (Uil) e Giovanni Musumeci (Ugl), Giacomo Rota e Peppe Di Natale, segretari regionali di Filctem Cgil e Uiltec Uil, Giuseppe D’Aquila (segretario confederale Cgil Catania), i segretari provinciali Jerry Magno (Filctem Cgil), Giuseppe Coco (Femca Cisl), Alfio Avellino (Uiltec Uil), Carmelo Giuffrida (Ugl Chimici) e le R. S. U. di categoria Graziella Faranna (Cgil), Alessandro Bucolo (Cisl), Mimmo D’Antone (Uil), Anna Greco, Angelo Mirabella e Francesco Cassone (Ugl). 

L’intervento della Suriano

“L’azienda continua a fare spallucce e rinvia i suoi intendimenti di 15 giorni senza presentare proposte alternative ai licenziamenti, senza presentare un piano industriale, senza prospettare soluzioni a breve e ampio raggio”. Lo afferma la parlamentare nazionale Simona Suriano, ex M5s passata al gruppo ManifestA, sull’incontro di ieri nella sede di Confindustria a Catania sugli esuberi annunciati nel sito etneo della multinazionale del farmaco. “E’ un semplice rinvio – aggiunge la deputata – che getta ancora più nello sconforto i lavoratori che avevano chiesto risposte e che invece vedono soltanto un’agonia prolungata. Ho già chiesto di portare la vicenda nel tavolo ministeriale del Mise, ma, come Ponzio Pilato, Roma se n’è lavata le mani in quanto ha considerato, per i numeri, la vertenza di portata regionale. “Il futuro di più di ben 210 famiglie è un fatto di portata nazionale. Questa è l’ennesima crisi industriale del nostro Paese che vede il dominio del capitalismo arraffone sulla politica e sulla società. La Pfizer ha ricevuto dallo Stato italiano milioni di euro negli ultimi due anni di pandemia: possibile che non vi siano spazi di manovra e dialogo? Tutto ciò – chiosa Simona Suriano – è irricevibile. Chiederò pubblicamente in Aula al ministro di rispondere su tutto questo”,


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