PALERMO – Rivoluzione in corso per i dipendenti del comune di Palermo, o quantomeno per un terzo del personale dell’amministrazione che, secondo il piano anti-corruzione di Palazzo delle Aquile, sta cambiando ufficio o dovrà farlo entro l’anno. Si tratta del 33% del personale dei settori a rischio, per la precisione, così come ribadito in una direttiva inviata dal Segretario generale Fabrizio Dall’Acqua a tutti i capiarea dell’amministrazione e che sta già scatenando una bufera a piazza Pretoria, tra chi vuole cambiare e chi invece prova a restare lì dov’è.
In base a una legge del 2012, infatti, ogni Comune deve dotarsi di un piano triennale per prevenire i fenomeni di corruzione sulla base di alcune linee guida emanate dal governo. E Palazzo delle Aquile lo ha fatto il 27 marzo scorso: 450 pagine in cui il Segretario generale Dall’Acqua ha classificato tutti gli uffici individuando quelli più esposti al rischio corruzione, ovvero quelli che trattano concessioni, autorizzazioni, tributi, sussidi, sovvenzioni ma anche concorsi e progressioni di carriera. Tra le contromisure ci sono i controlli a campione e, soprattutto, la rotazione del personale. Il difficile però è la sua attuazione: in teoria, entro il 30 settembre di ogni anno i capiarea devono inviare a Dall’Acqua l’elenco delle misure che intendono adottare ed entro il 31 dicembre il responsabile per la prevenzione stila il documento che deve essere poi approvato dalla giunta prima del 31 gennaio successivo.
Il turn over riguarda per lo più le Attività produttive e il Suap, il Polo tecnico e i Tributi e dovrebbe coinvolgere circa 200 unità, che in alcuni casi sono da anni sempre allo stesso posto. Le disposizioni sono state già firmate o stanno per esserlo, il che ha provocato qualche intoppo nel funzionamento degli uffici con dipendenti e funzionari che aspettano di sapere se verranno confermati o meno. Un rimescolamento di unità organizzative che riguarda soprattutto l’area tecnica, dove alcune posizioni dirigenziali sono vacanti e sono state affidate ad interim ad amministrativi.
Ma qualcosa, questa volta, non ha funzionato come avrebbe dovuto. Ne è prova la direttiva firmata da Dall’Acqua e inviata a tutti i capiarea in cui non manca qualche reprimenda. Il 13 ottobre, infatti, si è tenuto un comitato di direzione a Palazzo Palagonia, con il Segretario e tutti i burocrati del Comune proprio per il piano anticorruzione. Vertice da cui è emersa più di una criticità: “Si è avuto modo di apprendere – scrive Dall’Acqua – che gli elenchi riguardanti la ricognizione del personale che opera nelle aree maggiormente a rischio da sottoporre a rotazione non sono caratterizzati da sufficiente grado di attendibilità”. Insomma, qualcuno con la rotazione ha provato a fare il furbo, “circostanza, di per sé, stigmatizzabile e censurabile”, bacchetta il Segretario. “Il personale impiegato nei settori a rischio deve essere sottoposto a rotazione periodica salvaguardando l’efficienza degli uffici, secondo un intervallo temporale compreso tra tre e cinque anni – continua la direttiva – fatto salvo il caso in cui vi sia un unico dipendente avente un particolare profilo professionale. Il piano di rotazione del personale degli uffici maggiormente esposti a rischio dei fenomeni corruttivi doveva essere definito entro 90 giorni dalla definita approvazione del piano da parte del dirigente del settore Risorse umane”.
La rotazione del personale degli uffici a rischio, come detto, deve riguardare il 33% del personale e deve essere effettuata entro il 2014. La rotazione può avvenire anche all’interno di una stessa area, a discrezione del dirigente, ma le resistenze incontrate non hanno fatto piacere a Dall’Acqua che nella sua direttiva tira le orecchie ai burocrati: i capiarea devono inviare gli elenchi dei dipendenti da spostare, quelli da lasciare e quelli che invece dovranno essere mandati altrove, tutti con l’indicazione degli anni di permanenza nell’ufficio. Il tutto entro l’inizio della prossima settimana, pena provvedimenti disciplinari.
“Si precisa inoltre – continua il Segretario – che per le rotazioni sia interne che esterne del personale impiegato presso ciascuna area a rischio, vige il principio dell’anzianità assoluta di servizio prestato all’interno dell’area, nel senso che in presenza di dipendenti che abbiano maturato una decorrenza nella permanenza maggiore rispetto a quella comunque fissata nel piano, sarà da far ruotare in ogni caso il dipendente avente maggiore permanenza nel medesimo ufficio”. La deroga è concessa se ci sono condanne penali o provvedimenti disciplinari: in quel caso lo spostamento avverrà subito, senza rispettare l’anzianità. E, per evitare furbate, i capiarea non possono limitarsi a trasferire impiegati e funzionari da un’unità organizzativa all’altra, lasciando in pratica immutate le funzioni. Quindi anche chi ha già attuato il turn over dovrà rivederlo.
Ma quali sono gli uffici più a rischio? Si va dagli uffici che si occupano di concorsi e carriere ai tributi, in particolare la Tari, dal Suap alla Cultura, dalle Manutenzioni ai lavori in centro storico, dai cimiteri all’Urbanistica passando per il condono edilizio, il Prg, le concessioni, le attività produttive, la Polizia municipale e i fondi strutturali.
“Saranno oltre 500 le persone spostate all’interno della macchina comunale, ma sono convinto che ci saranno difficoltà – dice il capogruppo forzista Giulio Tantillo – spostare i dipendenti è corretto, ma è una materia delicata: non vorrei che qualcuno ne approfittasse per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Questo non si può e non si deve fare, come opposizione faremo molta attenzione agli spostamenti: sì alle misure anticorruzione, ma salvaguardando la professionalità acquisita a vantaggio dei cittadini. Discuteremo dell’elenco e chiederemo la convocazione degli uffici per conoscere i criteri adottati”.