CATANIA – Fare chiarezza sull’iter procedurale del nuovo Piano regolatore portuale di Catania. E’ la richiesta di Giulia Grillo, parlamentare nazionale del Movimento Cinque Stelle, che riaccende i riflettori sullo strumento urbanistico del porto, soffermandosi, in particolare, sull’aumento della edificabilità in un’area ad alto rischio sismico e sulle valutazioni ambientale strategica (Vas) e di impatto ambientale (Via).
“Il porto di Catania – scrive la Grillo in un’interrogazione indirizzata al premier Enrico Letta, al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e a quello per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia – ha rilevanza economica internazionale e svolge un importante ruolo nel sistema socio-economico regionale e cittadino. Il suo sviluppo non può esulare dal contesto urbano nel quale sorge e il potenziamento delle attuali funzionalità non può ledere la sicurezza dei lavoratori e dei residenti dell’area portuale”,
La parlamentare catanese snocciola alcuni numeri sul Prp, evidenziando che il nuovo strumento urbanistico portuale prevede “la realizzazione di edifici a sei o più piani, alti 20 metri o più, per complessivi 1.507.450 metri cubi”. “Un valore, quest’ultimo – evidenzia – quattro volte superiore alla cubatura concessa dal Comune per la edificabilità di una arteria centrale quale, ad esempio, Corso Martiri della Libertà”. Il Prp, inoltre, “non sarebbe munito delle valutazioni Via e Vas”, aggiunge l’esponente M5S che invita il Governo “a verificare il rispetto delle due procedure di riferimento per la realizzazione di infrastrutture strategiche, introdotte dalla Legge obiettivo”.
La parlamentare Cinque Stelle, dopo aver ricordato che nel marzo 2003 la Regione Siciliana ha confermato la classificazione sismica in zona 2 del Comune di Catania, prescrivendo anche come obbligatorie le verifiche di zona 1 per le strutture strategiche, chiede infine al Governo “se, in una zona ove il porto funge da naturale via di fuga post sismica per migliaia di persone, non ritenga pericoloso prevedere una mutazione della destinazione mercantile delle banchine portuali e concedere un aumento abnorme dell’edificabilità in un’area ad elevato rischio sismico o peggio di possibile maremoto (tsunami), eventi che potrebbero causare crolli e distruzioni tali da ostacolare o impedire del tutto sia la fuga dei cittadini sia l’arrivo di aiuti via mare”.