Avrebbe cercato di uccidere la convivente quasi cieca, colpendola con una pietra. Con questa accusa, i poliziotti della Sezione omicidi della Squadra Mobile della Questura di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Paolo Vaccaro, pregiudicato palermitano di 33 anni, ritenuto responsabile del reato di tentato omicidio. “Il provvedimento – si legge in una nota – scaturisce a seguito di un’intensa attività d’indagine svolta dagli agenti della sezione omicidi della Squadra Mobile, che, il 29 Novembre, portava all’emissione inizialmente di un fermo di indiziato di delitto nei confronti di Vaccaro convalidato dal gip e successivamente alla custodia cautelare in carcere”.
Alle sette di mattina dello scorso 28 Novembre, un dipendente della ditta Gesip – secondo la ricostruzione degli inquirenti – addetto alla vigilanza della villa del Foro Italico, udiva dei lamenti provenire dalla scogliera davanti alla villa. L’uomo avrebbe notato la presenza di una donna riversa sugli scogli, con il viso insanguinato. Immediata la telefonata al 113, immediato l’arrivo di una volante sul posto. La donna, che sebbene dolorante per le vistose ferite al viso e al capo e quasi del tutto non vedente, riusciva ad indicare ai poliziotti una grossa pietra imbrattata di sangue, con la quale – secondo la sua versione dei fatti – era stata colpita da due sconosciuti. Accanto alla pietra veniva rinvenuto inoltre un orologio con cassa in acciaio, anch’esso sporco di sangue. Il materiale veniva esaminato, in seguito, dalla scientifica. La donna veniva ricoverata al Civico, qui i medici riscontravano fratture al viso, definite come “sconquassamento delle ossa facciali” che rendevano necessaria l’intubazione ed il trasporto alla seconda rianimazione (con riserva sulla vita) della malcapitata. La donna, prima di essere sedata, avrebbe dichiarato ai poliziotti di avere avuto una lite animata con il proprio convivente, Paolo Vaccaro, pregiudicato e tossicodipendente. Da qui le indagini. Un’amica della donna avrebbe riferito agli agenti di aver saputo dalla vittima che il convivente, di indole particolarmente violenta, la picchiava abitualmente, soprattutto quando era sotto l’effetto di sostanza stupefacente o aveva bisogno di soldi, pretendendo la consegna della pensione di mille euro, che la convivente percepiva per la sua grave malattia che la rende quasi cieca. Scattava il blitz e il fermo a Messina, perché nel frattempo l’uomo aveva preso il treno per Roma, verosimilmente, con l’intenzione di allontanarsi. Quindi, l’ordinanza di custodia dopo le indagini e la raccolta di elementi che per gli investigatori sono significativi.