Pif, Fiorello, Jovanotti, Saro e... | La Sicilia 'inutile' degli artisti - Live Sicilia

Pif, Fiorello, Jovanotti, Saro e… | La Sicilia ‘inutile’ degli artisti

La Regione in cui tutti protestano, mentre tace l'unica voce che dovrebbe parlare.

Disabili e non solo
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Immaginate un libro pieno di tutte le parole superflue, vuoto di quelle che occorrerebbero. Le parole schiumanti dell’indignazione, della rabbia, della protesta, sempre mancando una chiosa di buonsenso. Ecco la Sicilia.

Immaginatela come un carico di pie intenzioni e di chiacchiere al vento, in latitanza della prassi di governo. Una repubblica degli artisti e delle ugole declamanti in cui ogni problema viene ridotto a decalcomania del civismo, purché – per carità – non si risolva.

I disabili e il loro dolore: un esempio di scuola del gran teatro, del circo massimo dello sdegno, della compagnia di giro che scende in città, mette in cartellone il suo spettacolo e lascia, dietro di sé, una malinconia di cartacce e biglietti strappati, alla calata del sipario. Pif, dunque, si è fatto risentire, dopo avere preso la guida – da adirato Masaniello – di uno sterminato corteo della sofferenza. Ha inviato una lettera, poiché epistolare, sui giornali, è la forma del dissenso gridato che tanto gonfia il petto, mentre nulla cambia.

Ha scritto, Pif: “Quando, in maniera del tutto improvvisata, occupai con alcuni disabili l’ufficio del presidente della Regione Sicilia ed ebbi quel famoso scontro con Crocetta, da povero coglione quale appunto io sono, pensai: qualcosa si smuoverà. Ci dicono che non ci sono i soldi per l’assistenza ai disabili, ma io ‘Pif, paladino delle ingiustizie’ avevo smosso qualcosa. (…) Qualche mese di chiacchiere dopo, eccomi di nuovo alla Regione Sicilia, insieme a molti disabili. Nel frattempo si erano pubblicamente schierati altri artisti: Fiorello, Jovanotti, Stefania Petyx, Ficarra e Picone. Il mio ego era alle stelle e mi diceva: ‘Pif, paladino della giustizia, questa volta si smuove qualcosa, non possono dire che non ci sono i soldi. Li troveranno!’. Si sono, infatti, trovati alcuni fondi la cui esistenza a volte è dubbia, e sicuramente non sufficienti per tutti i disabili. E comunque al momento i disabili non hanno ricevuto un euro. L’altra sera il mio ego ha avuto, però, un sussulto: la Regione Sicilia, che non ha i soldi per l’assistenza ai disabili, ha trovato i fondi… per le pensioni di 51 parlamentari. Eletti nel 2012, dopo quattro anni, sei mesi e un giorno alla Regione, avranno diritto ad un assegno di 1.023 euro a partire dal loro sessantacinquesimo compleanno”. Applausi.

Alla reiterata reprimenda si sono liberamente associati Fiorello e Jovanotti, ognuno con una sua letterina social di accompagnamento. Più moderato e costruttivo l’intervento di Fiore. Più scapigliato Jovanotti. 

Dice: che c’è di male? Nulla. Anzi, è un bene – un merito – che i detentori del sentimento nazional-popolare si adoperino per denunciare torti, soccorrere i deboli e smascherare i reprobi, senza sbigliettamento, oltretutto. Eppure, in sottofondo, rimane, nella collettiva presa dalla Bastiglia, una punta di diffidente amarezza. Quello che conta è il palco o la sostanza? Vale di più, cioè, la storia oggettiva di una catastrofe, o la perizia dell’attore che monta sulla quotidianità delle lacrime il suo apprezzatissimo quarto d’ora di show?

E il punto non è nemmeno questo, dando per scontati i più disinteressati intendimenti, senza fraintendimenti. Il punto è che, nella Regione-Repubblica degli artisti, le uniche voci in circolazione denunciano e deprecano ciò che non potrebbero, né saprebbero, sistemare; intanto, la voce di chi dovrebbe mettere mano a tutto il male che c’è, per trasformarlo in funzionalità, se non in bene, assume la risonanza di uno sconfortante pigolio mediatico.

Pif è il governatore immateriale e istituzionalmente inutile di una terra che ha abdicato alla speranza e si accontenta di rapsodiche letterine che schiumano ira. Saro Crocetta – il grande assente, fin dal primo giorno della sua sciagurata elezione – non c’è, forse è rimasto bloccato a Fiilicudi. Forse ha smarrito il biglietto di ritorno. Non c’è, Saro, sui disabili e sul resto. Non c’è, non c’è mai stato, nel suo regno di folclore e sconquassi. Non c’è, non c’è mai stato, né mai ci sarà. Sipario.

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