CATANIA – Richiesta di rinvio a giudizio per l’ex rettore Giacomo Pignataro per l’accusa di diffamazione che sarebbe stata commessa a danno di Lucio Maggio. E’ questo quanto annuncia attraverso una nota l’avvocato Dario Riccioli, legale di Maggio che a luglio ha querelato l’ex rettore a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate in un’intervista pubblicata sul quotidiano la Sicilia. Un comunicato che ancora una volta provoca un terremoto tra le mura dell’Ateneo etneo. La richiesta di rinvio a giudizio – stando alla replica dei legali di Pignataro – però non sarebbe ancora stata notificata.
La nota del legale di Maggio. “Su mandato del dott. Lucio Maggio, già direttore generale dell’Università di Catania – scrive l’avvocato Dario Riccioli – ho verificato lo stato del procedimento avviato in seguito alla querela presentata alla Procura della Repubblica del Tribunale di Catania nei confronti del prof. Giacomo Pignataro, past rettore dell’Ateneo catanese, depositata nel luglio del 2015, in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal prof. Pignataro al quotidiano “La Sicilia” nel luglio 2015. In quel procedimento (che ha assunto il n. 11749/2015 R.G.N.R.), in seguito all’attività di indagine eseguita dall’autorità inquirente, nonché alla luce delle indagini effettuate sulla scorta delle indicazioni fornite dall’indagato, il Procuratore della Repubblica si è determinato ad avanzare richiesta di rinvio a giudizio”. Pignataro, dunque, dovrà affrontare un’udienza preliminare, al momento non ancora fissata, davanti al Gup che dovrà decidere sulla richiesta della Procura.
Pronta la replica dell’avvocato Giovanni Grasso, difensore di Giacomo Pignataro che così risponde: “Pur in assenza di informazioni ufficiali, avendo appreso dal comunicato stampa della notizia della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del prof. Giacomo Pignataro per l’ipotesi di diffamazione relativa alle affermazioni riportate nell’articolo de “La Sicilia” del 7 luglio 2015 riteniamo che si tratti di un reato manifestamente insussistente, come si dimostrerà nelle sedi deputate”.
“Si rammenta che – scrive ancora Riccioli – il prof. Pignataro, nel replicare a quanto comunicato dalla prof.ssa Febronia Elia circa la proposizione di un suo ricorso al Giudice amministrativo, aveva ritenuto immotivatamente di chiamare in causa il dott. Lucio Maggio, accusandolo di essere il promotore di fantomatici gruppi che avrebbero fatto opposizione alla sua amministrazione e che, nella rappresentazione dell’imputato, sarebbero stati artefici dei guasti dell’Ateneo. Il Procuratore della Repubblica, con la richiesta di rinvio a giudizio, ha ritenuto che le dichiarazioni rilasciate dal prof. Pignataro hanno avuto un chiaro sapore insinuante”.
La difesa di Giacomo Pignataro al canto suo aggiunge: “il Giudice per le indagini preliminari, dopo l’opposizione alla richiesta di archiviazione dell’asserita persona offesa, con ordinanza dell’1 marzo 2016 ha archiviato il procedimento originatosi dalla denuncia presentata dal dott. Maggio nei confronti del prof. Giacomo Pignataro per le ipotesi di abuso d’ufficio, stalking, maltrattamenti in famiglia e diffamazione ritenendo infondata la notizia di reato. Successivamente, la Corte di Cassazione con ordinanza pronunciata all’udienza del 21 novembre u.s. ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal dott. Maggio condannando lo stesso al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla cassa delle ammende”.